
Trump-Putin, il poco casto connubio sotto gli occhi di tutti, voci preoccupate e preoccupanti si levano nel mondo - Blitzquotidiano.it (foto ANSA)
I trumputiniani erano per rifiutare le armi alla democrazia ucraina in odio all’America imperialista, che ora sposa il loro “pacifismo”. Come sbroglieranno questo paradosso? si chiede Paolo Flores d’Arcais in questo articolo pubblicato su Micromega.
Come definire, con esattezza filologica, sine ira et studio, quanti hanno voluto e vogliono porre fine all’invio di armi all’Ucraina? Dei trumputiniani.
Valga il vero.
L’esercito di Putin era ed è incomparabilmente più forte, per uomini e per armamenti, di quello dell’Ucraina. Chi chiede che a quest’ultimo vengano mandate tutte le armi necessarie perché le forze sul campo siano in equilibrio è dunque neutrale rispetto ai due paesi e ai loro regimi.
Che sono: un regime autocratico, quello della Russia di Putin, dove la libertà dei media si paga con la Siberia e con l’essere assassinati, e anche gli oligarchi putiniani, al primo sospetto di fronda, cadono da un sesto piano, e gli omossessuali sono considerati malati, e ogni linea di confine tra verità e menzogna è stata cancellata e l’unica verità è quella di Putin, sul passato e sul presente. Un regime democratico, quello dell’Ucraina, dove il presidente è stato eletto al ballottaggio con più dei due terzi dei voti, essendo partito come outsider e con risorse infinitamente minori degli altri candidati, e dove malgrado lo stato di guerra le critiche circolano con libertà fino alla virulenza.
Dalla parte della democrazia contro i Trumputiniani
Chi chiede che alla parte più debole nel conflitto, che è anche l’aggredita, vengano date tutte le armi necessarie perché possa cacciare l’esercito invasore nei suoi originari confini è dunque dalla parte della democrazia ucraina e della volontà di europeizzazione della schiacciante maggioranza dei suoi cittadini.
Chi chiede invece che all’aggredito non vengano inviate armi ne vuole di fatto la resa. Potrà invocare la pace, anche tutta in maiuscole e punti esclamativi, ma il risultato materiale sarà che l’aggressore Putin sarà premiato e di tale “pace” detterà le condizioni. Tale “pace” si chiama, da secoli e in tutti i trattati di politica, patto leonino. Dunque, quale che sia il grado di coscienza, nel conflitto sta materialmente dalla parte di Putin. Lo sappia o no, lo voglia o no, materialmente è un putiniano.
Materialmente neutrali sono stati fino ad oggi i governi occidentali, quello americano e quelli europei, che all’Ucraina aggredita hanno fornito armi e sostegno atti a impedire il dilagare delle truppe di Putin ma non a ricacciarle.
Ora Trump rovescia anche questa politica e procede a tappe forzate a un accordo con la Russia che di fatto contempla una vera e propria spartizione dell’Ucraina: non solo la fine della sua sovranità democratica ma lo spolpamento delle sue risorse da parte della santa alleanza Trump-Putin. Dove la locuzione “santa alleanza” non ha nulla di retorico, visto che entrambi si dichiarano predestinati e prediletti da Dio, che considerano la superiorità del maschio sulla femmina un dato naturale (provvidenziale?), l’omosessualità una malattia, la verità quella prodotta dalla volontà di chi ha il potere, verità alternativa alle modeste verità di fatto, bollate ormai come menzognere opinioni dei propri avversari, il diritto del più forte l’unico diritto che abbia titolo effettivo, compresa l’annessione di altri paesi, e via reprimendo ogni valore e prospettiva democratica, in qualsiasi campo.
Finto pacifismo nasconde imperialismo
Dunque chi era materialmente putiniano si trova oggi ad essere materialmente anche trumpiano, vista la sintonia tra i due presidenti a vita (Trump ormai non nasconde più tale aspirazione, parlando di un terzo mandato, benché proibitissimo dalla Costituzione, che intende calpestare con la connivenza di una Corte Suprema complice, o anche senza).
Ergo: la definizione esatta di tali politici o personalità massmediatiche o intellettuali pubblici è Trumputiniani, C.v.d.
Con qualche paradosso che starà alla loro coscienza sbrogliare, o rimuovere con funambolismo retorici. Erano per rifiutare le armi alla democrazia ucraina in odio all’America imperialista che invece le inviava (col contagocce, in realtà, abbiamo visto). Ora l’America di Trump sposa i loro desiderata, il loro “pacifismo”. L’America con Trump smette di essere imperialista e guerrafondaia? In nome di che cosa inneggeranno ora alla “pace” che, come prevedibile, si fonderà non sulla giustizia, neanche su “una qualche giustizia” ma sull’umiliazione e l’oppressione di un intero popolo, deriso e spolpato, sacrificato alle ambizioni imperiali di Putin e Trump?