ROMA – I cassonetti dell’Ama sarebbero dovuti sparire dalle strade di Roma e invece sono ancora lì. Lo scorso 15 novembre, dopo lo scandalo dell’inchiesta su Mafia Capitale, l’Ama aveva promesso di rimuovere i cassonetti gialli per la raccolta dei vestiti, che venivano usati per un business illegale invece che per aiutare i poveri.
Camilla Mozzetti sul Messaggero scrive che l’appalto per i cassonetti è stato revocato alle società coinvolte e che era stata intimata anche la rimozione immediata, ma nonostante l’annuncio i cassonetti sono rimasti al loro posto:
“È la relazione sugli esiti dell’accesso presso Roma Capitale del Prefetto Franco Gabrielli, datata 5 novembre 2015, a decretarlo. L’Ama nel 2008 affidò l’appalto per la gestione, il ritiro e il riutilizzo degli abiti a due consorzi, Sol.Co e Bastiani. Nel documento firmato dal Prefetto di Roma emersero delle “condotte non corrette delle due società” sia per la partecipazione alla gara del 2008 sia per “l’esistenza di gravi infiltrazioni mafiose”, nella gestione del servizio.
L’ULTIMATUM
Pare, infatti, che i due consorzi, destinassero solo una minima parte della raccolta a iniziative umanitarie, mentre il resto degli indumenti sarebbe stato rivenduto all’estero, nei mercati dell’Est-Europa, contravvenendo anche ai basilari processi di pulizia e bonifica degli indumenti stessi.L’Ama decide di revocare l’appalto alle due società intimando loro la rimozione immediata dei cassonetti. Sono passati due mesi è la questione resta ancora aperta. Nel frattempo è nata una battaglia legale di fronte al Tribunale amministrativo del Lazio con le due società che hanno impugnato il provvedimento di revoca di fronte ai giudici. Ora, fanno sapere dall’Ama, pare che la faccenda si sia risolta. I due consorzi dovranno, entro la fine del mese, ritirare da tutte le strade della Capitale quei cassonetti, pena la rimozione in danno da parte dell’Ama.
L’impressione è che non sia cambiato nulla. I cassoni gialli continuano ad accogliere vestiti e a fungere anche da supermarket gratuiti per i procacciatori di abiti. È questo lo scenario attuale: da via Cavour a via Santa Croce in Gerusalemme, a via Sampiero di Bastelica e ancora in via Casilina, in via Guglielmo degli Ubertini e in piazza del Condottieri, i contenitori restano lì senza nessun cartello che informi dell’immediato ritiro, al contrario. Qualcuno continua persino a infilarci la testa dentro nella speranza di poter tirar fuori un paio di scarpe o un cappotto usati.
LA GARA
L’Ama, intanto, sta ultimando il nuovo bando per l’acquisto dei nuovi 1.800 raccoglitori e per la gestione della raccolta degli indumenti usati da affidare ad altri soggetti. L’avviso di gara – del valore di un milione 500mila euro – sarà pubblicato entro il 31 gennaio, mentre nei prossimi mesi si chiuderà il secondo bando per il trattamento igienico dei vestiti recuperati”.