Elezioni, Monti, Imu, Riccometro, Serie A: rassegna stampa e prime pagine

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Febbraio 2013 - 09:33 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’atto d’accusa di Monti. Il Corriere della Sera: “Monti lancia un monito ai «montiani» che vogliono sostenere Ambrosoli e sfida i rivali. Sulle critiche di Bersani per il risultato del vertice europeo dedicato al bilancio: «Infantile parlare di vittoria di Pirro». Su Berlusconi: «Continua a fare promesse, cercando di comprare i voti degli italiani con i soldi degli italiani». Il Cavaliere: «È indecente».”

Monti, sfida finale ai rivali «Non manterranno nulla». L’articolo a firma di Andrea Senesi:

“Mario Monti incontra i giovani. La sala del teatro milanese si riempie alla svelta, sul palco, mentre parla, gli fa da corona un gruppo di venti-trentenni. Le promesse alle nuove generazioni, ecco il punto centrale. Il premier cita Alcide De Gasperi e strappa l’applauso: «Le generazioni sono onde diverse dello stesso mare». Per questo è «salito» in politica, racconta assecondando la vena intimista: «Non posso permettere che i sacrifici fatti dagli italiani siano bruciati da un falò di promesse elettorali». Applausi. Riprende il filo: «All’estero mi chiedevano come mai non chiedessimo l’aiuto del fondo salva-Stati, ma gli italiani ce l’hanno fatta da soli». E poi l’attacco, questa volta bipartisan: «I miei avversari sanno fare bene il gioco della politica. Attacchi giornalieri che attirano attenzione, slogan brevi e incisivi e promesse che non verranno mantenute, e nel caso venissero mantenute creerebbero una situazione ancora più grave. Lascio che altri dicano ciò che le gente vuole sentirsi dire e continuerò a dire quello che penso. Forse per questo nessuno dei miei illustri antagonisti politici vuole un confronto tv con me». Solo un paio d’ore prima, a Tgcom24, aveva dedicato un altro affettuoso pensiero a Silvio Berlusconi: «È verissimo che in Europa temono il suo ritorno perché ne hanno avuto abbastanza di un’Italia che rischia, con la fragilità politica, l’incapacità di decidere e la indisciplina finanziaria, di mettere ancora a rischio se stessa, l’Eurozona e l’Europa».”

«Con Bersani nessun patto. Immorale aspettare il Colle Dovevo impegnarmi ora». L’articolo a firma di Aldo Cazzullo:

“«Sono felice di essermi aperto. Di averlo fatto con i giovani. E proprio qui, a Milano, nella mia città. E’ stata un’emozione bellissima. Pensare che dicono che non mi emoziono mai, che sono senza cuore…». Mario Monti ha appena finito di parlare al teatro Parenti e sta per affrontare i «town hall meeting» («è aperto il concorso per trovare la giusta traduzione in italiano: diciamo conversazioni informali»). C’è il tempo per un caffè macchiato dietro il palco, con la moglie Elsa: «Ormai mi sono abituata all’idea, e seguo Mario dappertutto. Peccato essere sempre di corsa: la gente vorrebbe stare di più con lui, fare domande, capire meglio…». «Oggi però credo di essermi fatto capire — dice Monti —. Sentivo l’esigenza di far passare i motivi e il senso della mia scelta. Me lo chiedono tutti: “Chi te l’ha fatto fare?”. Lo so anch’io che mi sarebbe convenuto rimanere fermo e non fare nulla. Ma sarebbe stato, quello sì, profondamente immorale aspettare che maturassero le condizioni per fare il presidente della Repubblica, senza prendere un impegno, senza assumermi le mie responsabilità. Avere un ruolo politico mi pesa, ma era l’unico modo per non vanificare il lavoro fatto fin qui, per cambiare davvero le cose. In questo anno terribile ho dovuto chiedere agli italiani molti sacrifici. Gli italiani hanno dato una risposta straordinaria. I capi di governo europei hanno dovuto riconoscerlo: li abbiamo sorpresi. E ce l’abbiamo fatta da soli, noi italiani. Senza prestiti che ci avrebbero umiliati, senza aiuti che avrebbero limitato la nostra sovranità. E senza condoni, che sarebbero stati disastrosi, perché avrebbero incoraggiato gli evasori».”

Voto «utile» in Lombardia. Il tormento dei moderati. L’articolo a firma di Elisabetta Soglio:

“Si diceva delle anime del movimento. Ilaria Borletti Buitoni, la prima a dichiarare pubblicamente il suo appoggio ad Ambrosoli, e Pietro Ichino sembrano rappresentare il sentire di una certa classe moderata che, dovendo scegliere, è più in sintonia con il centrosinistra e che, soprattutto, non vorrebbe mai al governo il centrodestra di Berlusconi e Maroni. Più o meno la stessa preoccupazione del mondo cattolico che ha appoggiato Monti: dall’ex ministro Andrea Riccardi alla ex parlamentare della Margherita e del Pd Emanuela Baio Dossi. E non pare un caso che, per dare più forza alla propria posizione, Riccardi abbia invitato al convegno dell’altro giorno anche Lorenzo Dellai, che sicuramente è volto stimato e seguito nell’ambiente cattolico non di destra. Infine, c’è il dilemma dell’Udc: già il partito in Lombardia si è sfaldato, con la defezione di un gruppo di consiglieri che, guidato da Enrico Marcora, ha inventato una lista pro Ambrosoli e con le continue dichiarazioni anti Lega di Savino Pezzotta. Ma anche quelli che sono rimasti a sostenere Albertini nella lista Monti non sembrano avere interesse a dare più di tanto battaglia: in fondo, la Lombardia per Pierferdinando Casini conta fino ad un certo punto, soprattutto pensando ai possibili eletti al Senato (Albertini, Ichino e il ciellino Mario Mauro: nessuno, insomma, vicino al leader dell’Udc).”

Maroni accusa: c’è un incesto in corso. Berlusconi: premier indecente su di me. L’articolo di Lorenzo Fuccaro:

“«Questo paragone con Lauro non sta in piedi ed è indecente. Con la restituzione dell’Imu vogliamo compiere un’opera di riavvicinamento tra i cittadini e lo Stato, un atto riparatorio, una tredicesima che torna nelle tasche dei cittadini e farà ripartire i consumi», dice Silvio Berlusconi intervistato a In Onda su La7, replicando all’accusa di Mario Monti di comprare il voto degli italiani con i soldi degli stessi italiani. Il Cavaliere non esita poi a definire «una cazzata» la preoccupazione rilanciata dal premier secondo cui l’Europa teme un suo ritorno a Palazzo Chigi. «Monti — sostiene — è la più grande delusione della mia vita, peggio di Fini e Casini. Non conosce la realtà economica e ha fatto degli errori incredibili». Berlusconi torna ad attaccare i piccoli partiti che potrebbero attrarre i delusi del Pdl. La sua vis polemica si indirizza verso Oscar Giannino: «Vestito in quel modo è già pronto a entrare nell’arena di un circo, se qualcuno lo vota è perché lo trova simpatico. Le signore anziane talvolta votano per simpatia e quei voti sono sottratti alla coalizione del centrodestra». Annuncia che, se andrà al governo, «si farà il ponte sullo Stretto», e che i cittadini che hanno ricevuto la cartella «pagheranno soltanto le imposte e non le sanzioni» e garantisce che «non sarà possibile pignorare la prima casa». Chiarisce poi l’affermazione su Mussolini: «Non ho detto niente di sbagliato, stavo rispondendo senza neanche sapere che c’erano registrazioni varie. È una realtà storica, Mussolini ha sbagliato tantissimo, la dittatura è qualcosa di inaccettabile». Io, aggiunge, «sono amico di Israele da sempre». Ribadisce inoltre la volontà di cambiare la legge sulla cittadinanza, introducendo il principio dello ius soli per i giovani nati in Italia, che potranno così diventare italiani al compimento del diciottesimo anno. E poi ammette che «con l’acquisto di Balotelli ho perso voti. Ci sono tifosi di altre squadre che non sono stati contenti».”

«Imu più progressiva. Deduzione degli utili e 30 liberalizzazioni». L’articolo a firma di Danilo Taino:

“A questo punto, sono state inviate alla società di analisi indipendente Oxford Economics che le introdurrà nel suo modello econometrico per stabilire quali effetti avranno i programmi dei partiti, nel corso dei cinque anni della prossima legislatura, su Prodotto interno lordo, occupazione, inflazione, reddito delle famiglie, deficit e debito pubblici. I risultati verranno pubblicati sul Corriere appena elaborati, tra alcuni giorni. A differenza degli altri partecipanti alla campagna elettorale, il Pd ha preferito non mettere numeri — se non alcuni — nelle risposte. Ha scelto, come si può notare sotto, di parlare soprattutto di politiche e di obiettivi generali. Le ragioni che ha addotto sono più d’una. Per un verso, ritiene di non avere a disposizione l’intera visione dell’andamento dei conti pubblici futuri: promette di «fare chiarezza sull’andamento della spesa» perché immagina che certe uscite siano destinate a essere superiori a quelle previste. Per un altro verso, sostiene che alcuni interventi, per esempio le cessioni di cespiti immobiliari pubblici, non possano essere previsti. In terzo luogo, non considera la riduzione del peso fiscale su cittadini e imprese contemporanea a una riduzione della spesa ma la vede come fase successiva: quindi non parte da questo obiettivo (quantificabile) ma lo vincola ai risultati ottenuti in fatto di lotta all’evasione e di riduzione della spesa.”

Riccometro, welfare a rischio per i redditi bassi con la casa. La Stampa: “Chi è proprietario di un appartamento potrebbe perdere le agevolazioni.” L’articolo a firma di Paolo Russo:

“Il nuovo riccometro creato per stanare i falsi poveri rischia di estromettere dal nostro welfare pensionati e dipendenti a basso reddito ma proprietari di casa. Ad evidenziare il pericolo è uno studio del Servizio politiche fiscali della Uil elaborato per la Stampa, che mostra un’impennata per dipendenti e pensionati proprietari di casa del reddito Isee che, sotto determinate soglie, dà diritto a tutta una serie di prestazioni sociali. Il riccometro è invece più generoso con chi è in locazione o ha il mutuo o ha più familiari a carico. Del decreto della presidenza del Consiglio già messo a punto se ne occuperà oramai il governo che verrà, quindi lo strumento è ancora da perfezionare prima dell’entrata in vigore. Ma Pd e centristi hanno già fatto sapere di puntare sul nuovo Isee per rendere più equo l’accesso alla prestazioni sociali e il decreto è un atto dovuto perché espressamente previsto dalla legge “Salva-Italia”. Per questo è bene valutarne gli effetti per capire se c’è qualcosa da ritarare.”

Mps, sott’accusa il Cda del 2009. L’articolo a firma di Guido Ruotolo:

“E’ come se i pm e gli 007 del Valutario della Finanza fossero entrati come un elefante in una cristalleria. Attenti a non commettere errori, soprattutto oggi che siamo in piena campagna elettorale, a non far saltare il forziere, creando panico e una crisi di liquidità della terza banca del Paese, le indagini sono a uno snodo importante. E gli inquirenti e gli investigatori vogliono venirne a capo. Gli interrogatori di settimana scorsa hanno proposto nuovi dubbi e scenari che i pm Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso hanno deciso di verificare. Forse lo stesso ex direttore generale Antonio Vigni, sabato ha fornito elementi interessanti (l’interrogatorio è stato secretato e neppure a livello ufficioso Vigni è considerato già un collaboratore). Dunque, il Fresh 2008, il miliardo di euro arrivato dalla banca americana Jp Morgan, obbligazioni convertibili in azioni, ebbe delle conseguenze all’interno del Mps. La Banca d’Italia scoprì che gli amministratori cambiarono le carte in tavola e giudicò «di scarsa chiarezza e potenzialmente critica, la situazione della banca».”

Chiamatelo Delio Rissa. L’articolo a firma di Marco Ansaldo:

“Delio Rossi non ha quello che i francesi definiscono «le physique du role» del picchiatore. E mentre qualche suo compagno di gioventù faceva il buttafuori nelle discoteche della natia Rimini, lui giocava a calcio tra Forlimpopoli e Cattolica, trampolino di lancio di una carriera onesta e modesta che toccò l’apogeo nel Foggia, 31 partite in serie B. Insomma nella biografia del tecnico della Samp non si rinviene una traccia che riporti geneticamente alla fumantinità per il quale il nostro si merita, dopo l’episodio di ieri a Marassi, il soprannome di «Delio Rissa». È successo che negli ultimi spizzichi della partita con la Roma, che la Samp aveva saldamente in mano, Rossi abbia mostrato a un avversario, Burdisso, il dito medio senza considerare la differenza che c’è tra un sorpasso risicato sull’Aurelia e uno stadio di calcio dove si sta come in una scatola di fiammiferi svedesi. Ovviamente è scoppiato il tumulto. L’hanno sedato in fretta e Rossi, espulso, ha attraversato il campo da trionfatore. Sicuramente compariranno sulle bancarelle le magliette doriane con la riproduzione del suo gesto: succede quando al marketing dai un dito.”