Napolitano: viva 2 giugno, no al disfattismo post terremoto. Ma +2 c la benzina

Pubblicato il 31 Maggio 2012 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA

Il terremoto copre tutte le altre notizie, anche se ce ne sarebbero tante che meritano l’apertura: l’apertura di Ehud Barak, hard liner israeliano e ministro della Difesa, a una risoluzione del problema palestinese, ai dubbi internazionali sulla capacità di tutta Europa di uscire dalla crisi (International Herald Tribune, New York Times), mentre gli imprenditori italiani risultano quelli con meno fiducia nella ripresa di tutti i colleghi europei (Wall Street Journal), giù le Borse in tutta Europa, male l’asta dei BTp (Repubblica),  il nuovo articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (Sole 24 Ore).

Lo spread è sparito dalle prime pagine, ma è tornato a valori che portarono alla caduta di Berlusconi: i mercati non hanno fiducia nel Governo di Mario Monti e non fanno prigionieri. Il terremoto è un comodo silenziatore, ma per quelli che comprano i BTp nelle banche estere è solo una aggravante.

Affrancato da vincoli di Governo, il Giornale dei Berlusconi oggi apre con la notizia di maggiore interesse generale:  “Benzina più cara per il terremoto. Noi paghiamo, loro no. Banche senza ritegno: non rinunciano alle commissioni sui bonifici dei donatori. Politici senza pudore: continuano a prendere due stipendi dalla Regione Emilia”. Conferma il Messaggero: “Sisma in Emilia, benzina più cara”.

Intanto la giustizia è ancor oggi al centro del notiziario e dovrebbe fare riflettere la sinistra, se fosse mai stata sinistra. Sole 24 Ore: “Scalata Bnl, assolti Antonio Fazio e Francesco Gaetano Caltagirone. I giudici della Corte d’Appello di Milano ribaltano il verdetto di primo grado sull’aggiottaggio: il fatto non sussiste, nessun patto fuorilegge”. Condannati invece Giovanni  Consorte, che era il capo di Unipol e Ivano Sacchetti, numero due. Libero: “Assolti Fazio e i furbetti. Unipol, gli unici reati erano le trame fra i Ds”. Consorte, che nessuno ci toglie dalla testa sia con Cesare Previti all’origine dell’infausto indulto del 2006, che piaceva tanto a Berlusconi ma finì sul conto di Romano Prodi, “esulta: Caduto il teorema” (Fatto Quotidiano). Consorte e Sacchetti hanno commesso “ostacolo alla vigilanza e insider trading”, reati per cui in America ti fai qualche anno di carcere duro. Ma per arrivare a questo era proprio necessario sputtanare mezza Italia, a cominciare dal Governatore della Banca centrale?

Fatto, Gazzetta dello Sport, Giornale, Libero: la polemica sul calcio scommesse e il battibecco tra Buffon e il pm che indaga.

Fatto: mentre “si indaga su Napoli-Samp”, vergogna, “Gigi Buffon insulta i magistrati” ma il pubblico ministero replica: “Se ha cose da dire venga a Cremona”. La Gazzetta dello Sport: “Sparata Buffon (il pm respinge): “La fuga di notizie è vergognosa. Questo è il punto più basso”. Roberto Di Martino, il pm: “Se sa parli”. Libero: “Buffon para il rigore del Prof. e fa gol ai pm”. Il Giornale: “Buffon mostra i pugni al pm. Il portiere si ribella: Fughe di notizie e blitz mediatici, una vergogna”. Messaggero: “Buffon contro i pm: blitz vergognoso. Mauri interrogato nega le accuse”. Accanto c’è la notizia che ieri hanno assolto Caltagirone, che è l’azionista di controllo del quotidiano, “perché il fatto non sussiste”. Uno meno roccioso di Caltagirone ne sarebbe uscito a pezzi.

I giornali in genere aprono sul terremoto, che in se stesso orma non fa più notizia. Cominciano le polemiche. Il Secolo XIX: “Terremoto, le perizie scandalo. Controlli fai da te nelle fabbriche della morte. Un geometra: non ho visto crepe e ho dato l’ok”. Repubblica: Inchiesta sulla strage degli operai”. Corriere della Sera: “Non vogliamo lasciare le nostre case”: si ripete il dramma dell’Abruzzo, per fortuna degli emiliani Berlusconi muratore ricostruttore non incombe più. La Stampa: “L’Emilia prova a rialzarsi”. Vedrete che tra aiuti e forza loro ne usciranno più forti di prima, meglio del Friuli.

Basta un titolo del Sole 24 Ore: “Mirandola. Dormo in camper, ma per fortuna l’azienda è sana”.

Il terremoto proietta la polemica anche sulla parata del 2 giugno, ma qui il presidente Giorgio Napolitano, al quale gli italiani non perdoneranno facilmente di avergli imposto Monti, ha uno scatto e si impone rispetto alle pressioni da sinistra che la vorrebbero cancellata. Manifesto: “Non ci marciate”. Fatto: la scelta di Napolitano “stride con le scene di morte e devastazione in Emilia. Rivolta sul web. Fo e Rame: Presidente, chieda scusa e ci ripensi”. Invece fa bene così, è una mossa degna di Sandro Pertini, che seppe ridare dignità a una Italia in ginocchio per terrorismo e scandali a catena. Oggi siamo già un Paese ripiegato su se stesso, dopo anni di recessione e di guerra a Berlusconi degna dell’Afghanistan, ora in ginocchio per Monti e per il terremoto. Non ci sono più speranze se si rinuncia anche a celebrare in modo degno, come fanno tutti gli altri nel mondo, il momento fondante di questa Italia libera e anche ricca, e chi non ci crede sfogli le vecchie foto e chi non ricorda chieda ai vecchi come si faceva la fame una volta.

Siamo anzi più ricchi di quanto vogliamo riconoscere e infatti molti di noi che possono farlo evadono il Fisco. Ma occhio, la pacchia sta finendo: “Redditometro a strascico” annuncia Italia Oggi: “Inviate 300 mila lettere ai contribuenti per metterli sull’avviso. Spendete più di quanto dichiarate. Ravvedetevi”.

Merita riportare da Italia Oggi (ma c’è anche sul Sole 24 Ore) la proposta di Claudio Sicilioti, presidente dei commercialisti:  per controllare la spesa ci vuole una “agenzia delle uscite”. Così, invece di tagliare i costi, assumiamo qualche migliaio di persone, magari commercialisti, per fare l’Agenzia. Ma non c’è già la Corte dei Conti? Perché non darle più potere, perché non fare una legge precisa e affidarne l’applicazione a qualche migliaio di esperti tra le decine di migliaia di dirigenti pubblici seri, per bene, qualificati ma impastoiati da norme e procedure dell’altro secolo? Anche questo è un modo per celebrare in modo moderno il 2 giugno.