Paolo Gentiloni: “Siamo pronti a chiedere le dimissioni di Nunzia De Girolamo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Gennaio 2014 - 10:38 OLTRE 6 MESI FA
“Siamo pronti a chiedere le dimissioni di Nunzia ma il rimpasto non c’entra”

Paolo Gentiloni (LaPresse)

ROMA – Paolo Gentiloni, deputato Pd, tra i più autorevoli renziani della prima ora, come si deve comportare il Pd davanti al caso De Girolamo? Alcuni suoi colleghi annunciano un’interrogazione urgente…

«Vorrei distinguere due piani. Il primo è quello giudiziario: credo che il Pd debba avere una posizione di assoluto garantismo perché non tocca alla politica emettere sentenze, a maggior ragione in un caso come questo in cui il ministro non risulta indagato. Poi però c’è il piano politico».

Come va affrontato?

«È corretto che la De Girolamo venga in Parlamento a chiarire. Dai giornali affiorano frasi e comportamenti che non mi sembrano coerenti con il buon esempio che deve dare un ministro. È solo una questione di stile? Ma la condotta di un ministro costituisce un problema politico: l’articolo 54 della Costituzione parla di “disciplina e onore” con cui ricoprire funzioni pubbliche».

Per un problema di “stile” Renzi chiese le dimissioni della Cancellieri…

«Alla Cancellieri chiedemmo prima di venire a riferire in Parlamento, poi in base a quello che disse ci facemmo un’opinione. Anche stavolta ascolteremo cosa il ministro ha da dire, poi faremo le nostre valutazioni».

Inclusa l’ipotesi di chiedere le sue dimissioni?

«Assolutamente sì. A questo stato dell’arte tutte le decisioni sono possibili, inclusa la richiesta di dimissioni. Ma sarebbe prematuro farlo prima di sentire i suoi chiarimenti».

Il caso spinge verso un rimpasto?

«Incidenti a singoli ministri sono già avvenuti in passato: a volte si sono conclusi con l’inamovibilità del ministro in questione, altre con le dimissioni – la Idem – perché ci sono stati due pesi e due misure. Ma non funziona il sillogismo per cui se c’è un incidente con un ministro deve scattare il rimpasto chiesto da Renzi: non mi convince l’idea che l’orizzonte del nuovo Pd sia il rimpasto del governo Letta. Funzionava così trent’anni fa» (…)