Pensionati in fuga dall’Italia, meglio Sofia e Rio. Antonio Borrelli, Il Giornale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Aprile 2014 - 11:04 OLTRE 6 MESI FA
Pensionati in fuga dall’Italia, meglio Sofia e Rio. Antonio Borrelli, Il Giornale

Pensionati in fuga dall’Italia, meglio Sofia e Rio. Antonio Borrelli, Il Giornale

ROMA – “Pensionati in fuga dall’Italia vivono meglio a Sofia e a Rio” scrive Antonio Borelli del Giornale: “Boom di traslochi tra gli anziani: i paesi esotici e dell’Est Europa le mete preferite. In un anno versamenti Inps all’estero a 500mila”.

L’articolo completo:

Altro che fuga dei cervel­li, ormai è grande eso­do. L’Italia non si fa mancare neppure la fuga dei pensionati. Sono migliaia gli anziani che hanno deciso di comprare casa all’estero e ne­gli ultimi tre anni si è registra­to il boom di traslochi. È uno dei fenomeni sociali più emblematici, quello del­l’esilio volontario delle perso­ne in terza età, ma soltanto ne­gli ultimi anni ci siamo accor­ti che la tendenza stesse assu­mendo proporzioni enormi. Si fa quel che si può pur di otte­nere qualcosa in più della me­ra sopravvivenza; anche la­sciare tutto, chiudersi la por­ta alle spalle e prendere il pri­mo aereo per un Paese diver­so con biglietto di sola anda­ta. «Una vita tranquilla»: è quasi sempre questa la rispo­sta degli anziani interpellati per commentare la propria quotidianità fuori dall’Italia con una rendita che oscilla dai 600 ai 1.000 euro. La moti­vazione principale della scel­ta – manco a dirlo – i costi e le tasse nel Belpaese.
Un piccolo reddito, infatti, può consentire ai pensionati di vivere all’estero più dignito­samente, spesso per il costo della vita molto basso. Le me­te preferite dagli italiani sono la Germania, la Spagna e Lon­dra, ma aumenta anche l’inte­resse per la Polonia, l’Est Eu­ropa e – oltreoceano – per il Brasile e il Costa Rica, dove una casetta da 60 metri qua­drati si paga intorno ai 50-60 mila euro: quanto un garage in Italia. È difficile stimare con precisione quante siano le pensioni all’estero, anche perché sono compresi emigra­ti di lungo corso e residenti con doppia cittadinanza. È comunque intorno al 2009 che il fenomeno è diven­tato vistoso: prima di allora ci si aggirava intorno alle 250mi­la pensioni. Dall’inasprimen­to della crisi il dato è balzato alle stelle per tre anni conse­cutivi arrivando prima, tra il 2010 e il 2011, a quasi 400mila pensioni oltre confine e poi, nel 2012, con un addizionale di quasi 100mila. Nel 2013 si parla di oltre 500mila italiani che ricevono la loro pensione dall’Inps fuori dall’Italia.

Nel­la sola Lombardia, tanto per fare un esempio, sono ben 29mila le persone che hanno deciso di abbandonare la vita precedente: i più propensi ad andarsene sembrano essere i bresciani, seguiti dai berga­maschi e dai milanesi. Tutti i coraggiosi sembrano uniti dal mantra «per chi sogna di cambiare vita»; e ci riesce, po­tremmo aggiungere. È d’al­tronde lo stesso slogan di vo­glioviverecosì. com , portale online in cui vengono pubbli­cate le testimonianze di chi in terza età ha preso la sofferta ma convinta decisione di an­darsene per condurre una se­conda vita. Come Gianfranco, da qual­che anno ad Istanbul: «Sono andato in pensione molto pre­sto, cosa da un lato positiva, dall’altro un po’ meno, poi­ché non riuscivo a stare a casa senza far niente. Girovagavo per la città, il lavoro non c’è per i giovani, figuriamoci per un 54enne. Da qui la mia deci­sione di venire in Turchia, do­ve ci sono maggiori opportu­nità ». Antonio, invece, ha de­ciso di trasferirsi in Bulgaria già nel 2007, prima della gran­de crisi. A 66 anni, il motivo della sua scelta è stato comun­que il fattore economico: «Co­me avrei potuto vivere in una città come Roma, partendo da un affitto mensile di 650 eu­ro? Anche andando a vivere in un paesino non avrei risol­to il problema». Oggi Antonio prende al netto 1.000 euro e, anche se il costo della vita ha subìto dal 2006 un aumento del 30%, la pensione basta per fare una vita più che dignito­sa, al punto che – come confi­da – «i bulgari ci ammirano e ci stimano, con la nostra pen­sione italiana siamo conside­rati ricchi » .
E all’invito a pensare alla sua vita se fosse rimasto in Ita­lia, Antonio è sibillino ma effi­cace: «Avrei dovuto affronta­re il mese con i 180 euro re­stanti dalle spese, è facile im­maginare che fine avrei fat­to » .