Siria, Repubblica: “I 700 giorni della farmacista di Homs che sfidò la guerra”

Siria, Repubblica: "I 700 giorni della farmacista di Homs che sfidò la guerra"
Siria, Repubblica: “I 700 giorni della farmacista di Homs che sfidò la guerra”

ROMA – Durante l’assedio di Homs, Zeinat, una farmacista di 65 anni, ha vissuto con i due fratelli chiusa in soggiorno e cucina, mangiando solo erbe. Ridotta a pesare 34 chili, ha rinunciato a guardarsi allo specchio per non vedere quanto era dimagrita. Unico conforto: le letture.

Scrive Alberto Stabile su Repubblica:

All’inizio, racconta Zeinat all’agenzia Associated Press , la situazione sembrava tollerabile. Le provviste ammassate al primo piano della casa di famiglia, un edificio ottomano dalla facciata policroma di pietre bianche e nere, nel quartiere di Al Majaal, abbondavano: riso, fagioli, frutta secca, farina e gasolio. «I ribelli venivano a chiedere cibo senza neanche spianare le armi. Bussavano ed entravano. Non ci minacciavano perché sapevano che a casa nostra avrebbero trovato da mangiare»

Ma la voglia di sopravvivere rimane. Mentre Zeinat si preoccupava di tenere la casa in ordine, Ayman esce per controllare se la farmacia di famiglia e il negozio di abbigliamento non fossero stati saccheggiati (lo saranno a un certo punto) e per cercare qualcosa da mangiare. Vale a dire un po’ di cicoria, o di malva, o di dente di leone, trovati in qualche aiola risparmiata dalle macerie e, negli ultimi mesi, al cimitero.

Zeinat s’ingegna a cucinare le verdure, ma il cibo è scarso, monotono e amaro. «Sapevo che stavo perdendo peso, mi sentivo come se stessi facendo una dieta che non avevo mai voluto fare. Il mio corpo era diventato quello di una bambina». La giornata dura dall’alba al tramonto, perché non c’è corrente elettrica, e viene scandita dalle esplosioni «a cui si fa preso l’abitudine». Cercare di non pensare, è l’unico espediente per estraniare il cervello dall’orrore. I libri in questo caso aiutano. Zeinat legge e rilegge la Bibbia e alcune vite di santi.

Abituati a proteggere la loro condizione di minoranza precaria, i cristiani della vecchia Homs resistono, mentre attorno la città è in fiamme. Un giorno, bussa il prete della vicina chiesa di Mar Elia e chiede di poter nascondere a casa degli Akhras il piccolo tesoro della chiesa: icone, antiche scatole, i libri della comunità che, così, verranno salvati.

Il momento peggiore è quando, a dicembre, Anas, che è malato di cancro, si aggrava e viene evacuato con un convoglio umanitario delle Nazioni Unite. Morirà 20 giorni dopo. «Mi mancano i miei fratelli — dice Zeinat — , eravamo sei maschi e sei femmine, mi manca mia madre che è morta alla fine del 2011» (…)

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