A guardarla da qui, questa storia del tanko, della secessione e dell’insurrezione armata di trattore sembra una barzelletta. Cristian Contin, che nel ’97 era sul campanile di San Marco, adesso difende lo zio Flavio agli arresti domiciliari: «È tutta una montatura… Non c’è niente di grave dal punto di vista penale. Ma gli ideali sono ideali, “ostrega”…». Casale di Scodosia, cinquemila abitanti e troppi giornalisti, vive con malcelato fastidio l’invasione delle telecamere. Un po’ perché è dura convivere a un metro da questa armata Brancaleone che sognava il leone di San Marco. Un po’ perché alla fine quelli che dicono che i venetisti avevano torto, non si trovano nemmeno con la lente di ingrandimento. L’ex sindaco Renato Modenese, che si era dimesso lo scorso autunno quando era stato introdotta l’Imu pesante, capisce e giustifica: «La nostra gente è d’accordo. Volevano fare solo un’azione dimostrativa. Mi sa che gliela vogliono far pagare. A questo punto il referendum regionale sulla secessione è l’unica strada per avere un po’ di speranza».

Il Fatto Quotidiano: “E’ tutto un voto di scambio”.

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Il Giornale: “Province, è una truffa”. Editoriale di Alessandro Sallusti:

Le Province non ci saranno più, ma vigliacco che in questo Paese quando si dà un ta­glio a qualcosa ritenuta inutile o dannosa, non la si sostituisca poi con un’altra, ovviamente peggiore. Via le Provin­ce, quindi – così ha deci­so ieri la Camera con vo­to co­ntrario di tutte le op­posizioni – , e dentro le aree metropolitane, che vanno ad aggiungersi a circoscrizioni, Comuni, Regioni e Stato. In tutto spariscono 3.500 eletti e spuntano trentamila nuovi posti di lavoro del­la politica, con doppi, tri­pli e, in alcuni casi, an­che quadrupli incarichi. Pisapia, per esempio, sindaco di Milano, sarà anche presidente del­l’area metropolitana e forse presto, se passa la riforma, pure senatore. Manca solo che con i ta­gli alla Difesa lo nomini­no pure generale di Cor­po d’Armata e, perché no, capo dei pompieri, e poi siamo a posto. Fa poi ridere anche che si sia deciso a tavoli­no di creare ben quindi­ci aree metropolitane, un vero record europeo (Francia e Germania ne hanno un paio a testa, l’Inghilterra una sola). Ma si sa, quando c’è da spartire la torta l’appeti­to vien mangiando. E questa torta ha il sapore classico della sinistra, che questa legge l’ha pensata e votata. Sicco­me st­oricamente loro so­no più forti del centrode­stra alle elezioni ammi­nistrative, ecco che con­quistando il sindaco di uno dei quindici capo­luoghi si ha in omaggio il capo dell’area metropo­litana ( nuovo nome del­le Province) e pure un se­natore. Insomma: paghi uno e compri tre. Non male.