Covid, per le donne rischio sanguinamento vaginale dopo vaccino

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Ottobre 2023 - 19:00
Covid, foto d'archivio Ansa

(foto d’archivio Ansa)

Dopo la vaccinazione contro Covid, nelle donne, sia in età fertile sia dopo la menopausa, potrebbero verificarsi episodi di sanguinamento vaginale. Quasi sempre sono sanguinamenti di lieve entità e di durata molto limitata nel tempo. Lo segnala uno studio dell’Istituto di Sanità pubblica norvegese pubblicato su Science Advances, che sottolinea che la scoperta non rappresenta un elemento di preoccupazione, anche se merita di essere approfondita.

Covid, per le donne rischio sanguinamento vaginale dopo vaccino. Lo studio

Studi precedenti, condotti anche dall’istituto norvegese, avevano segnalato che in una piccola quota di donne, dopo la vaccinazione contro Covid-19, possono presentarsi disturbi mestruali. È approfondendo questo legame che i ricercatori hanno rilevato la comparsa di episodi di sanguinamento vaginale inatteso in donne che non avrebbero dovuto avere il ciclo o perché in menopausa o perché stavano assumendo un anticoncezionale. La ricerca, condotta su 22 mila donne, ha mostrato che il rischio di riportare sanguinamenti era tra le 2 e le 4 volte più alto nel mese successivo alla vaccinazione rispetto al periodo precedente alla vaccinazione. Per oltre tre quarti delle donne, le perdite sono durate meno di una settimana e solo una percentuale compresa tra il 22 e il 33% le descriveva come abbondanti. È molto bassa, inoltre, la percentuale di donne che si è rivolta al medico a causa delle perdite: “ciò può riflettere il fatto che questi episodi sono lievi e autolimitanti e generalmente non vengono vissuti come molto preoccupanti”, si legge in una nota dell’istituto norvegese. Al momento non è chiaro quali possano essere i meccanismi alla base del fenomeno. Per i ricercatori è importante che le donne siano informate di questa eventualità, ma non ci sono particolari motivi di allarme. Ciononostante, “questi eventi dovrebbero essere presi in considerazione negli studi clinici sui futuri vaccini”, concludono.