Epidemie in agguato, nel mondo sono 8: no vax la più pericolosa

di Caterina Galloni
Pubblicato il 7 Agosto 2019 - 06:53 OLTRE 6 MESI FA
Un laboratorio in una foto Ansa

Un laboratorio (foto Ansa)

ROMA – Epidemie in agguato, sono otto le principali. Ma il pericolo più grosso, che può favorirle tutte, è la cultura del No Vax, la convinzione che i vaccini e le cure non servano e che le malattie siano figlie di un complotto fra Governi e scienziati. Otto epidemie sono in agguato.

Le favoriscono i cambiamenti climatici in corso e la crescita quasi esponenziale della popolazione mondiale. Attualmente la Terra è popolata da 7,3 miliardi di persone e secondo le stime delle Nazioni Unite, entro il 2050 saranno circa 10 miliardi. Markham Heid le elenca su Medium.com. All’ultimo posto indica il pericolo no-vax, potenzialmente il maggiore alleato alla diffusione di nuove epidemie. Trattandosi di un male non curabile clinicamente, va messo in testa alla lista.

Ecco l’elenco.

1. Escherichia coli resistente agli antibiotici Per decenni, gli esperti hanno avvertito dell’emergere di batteri resistenti agli antibiotici. “Il problema è il massiccio utilizzo e abuso di antibiotici nell’allevamento di animali e farmaci per uso umano”, afferma Lance Price, direttore e fondatore dell’Antibiotic Resistance Action Center presso la Milken Institute School of Public Health della George Washington University. “Sappiamo che più utilizziamo antibiotici, più emergono batteri resistenti”. Price afferma che i legislatori e le autorità di regolamentazione per motivi economici o perché presumevano sarebbero stati sviluppati nuovi antibiotici, hanno mostrato lentezza nell’aumentare le misure di sicurezza. Sostiene che ciò è un’assurdità:”Probabilmente non c’è un numero infinito di composti che possono sterminare specificamente i batteri e non ucciderci, ma anche se ci fossero, le società farmaceutiche stanno uscendo dal settore dello sviluppo di antibiotici perché ci sono molti più soldi da fare nel produrre farmaci che le persone assumono quotidianamente e per tutta la vita, non quelli che prendono una volta ogni tanto per 3-10 giorni”. Non dobbiamo chiederci se emergeranno nuovi batteri resistenti agli antibiotici. Sono già presenti. “Nel 2018 sono morte 123.000 persone per infezioni non curabili”, afferma Price. “Quando ci saranno nuovi batteri resistenti a tutti gli antibiotici, quel numero aumenterà parecchio”. Cita E. coli e Stafilocco come due tipi di batteri infettivi che potrebbero fare il salto. “Non credo che ci saranno batteri che spazzeranno via la civiltà”, aggiunge. “Ma prima degli antibiotici, molte persone morivano giovani per infezioni lievi”.

2. Malattie trasmesse dalle zecche asiatiche Mentre continuano i cambiamenti climatici e lo sviluppo del territorio di pari passo aumenta la popolazione delle zecche. Ostfeld afferma che è probabile emergano nuove malattie trasmesse dagli artropodi, per non parlare dell’esplosione di casi della malattia di Lyme negli ultimi anni. Sottolinea che la zecca asiatica “Haemaphysalis longicornis” è stata recentemente scoperta nel New Jersey e che trasporta e trasmette un agente patogeno mortale. “Non sappiamo come sia arrivata, ma sappiamo che è qui da anni”, afferma l’esperto.

3. Antichi virus rilasciati dal Permafrost artico Le calotte polari che si stanno sciogliendo sono oggetto di molta attenzione e la maggior parte di quest’ultima è rivolta all’innalzamento del livello del mare. La situazione potrebbe cambiare velocemente se dovesse riprendere vita un antico virus, qualcosa rimasto bloccato per millenni nel permafrost artico. Nel ghiaccio siberiano i ricercatori hanno già scoperto il DNA di un virus “gigante” risalente a 30.000 anni fa. “Ambienti particolari come sedimenti oceanici profondi e permafrost sono ottimi conservatori di microbi e virus perché sono freddi, anossici e al buio”, spiega Chantal Abergel, direttore della ricerca presso il France’s Structural and Genomic Information Laboratory e coautore dello studio sulla Siberia. Il gigantesco virus che Abergel e i colleghi hanno scoperto non sembra essere una minaccia per le persone, ma afferma che i risultati sono la prova che i microbi con un potenziale in grado di scatenare “epidemie planetarie” potrebbero essere conservati negli antichi strati di ghiaccio artico.

4. Dipendenza dai videogiochi C’è una linea sottile tra passatempo e dipendenza. Dal 2013, ovvero quando l’American Psychiatric Association ha considerato il “gioco online una malattia” che richiedeva un maggiore controllo, numerosi ricercatori hanno lanciato l’allarme per mettere in luce le conseguenze negative della dipendenza da gioco, in particolar modo tra gli uomini.

5. Un nuovo virus trasmesso dalle zanzare “Come entomologi ci occupiamo di agenti patogeni trasmessi da vettori e l’emergere di un nuovo patogeno è uno scenario che preoccupa molto”, afferma Jonathan Day, professore di entomologia all’University of Florida. Day parla dei cambiamenti climatici e del mutare dei modelli meteorologici – fronti caldi e pioggia eccessiva in luoghi un tempo miti e relativamente aridi – e di come questi fattori potrebbero portare alla migrazione delle zanzare in nuove aree. “Tutto ciò che cambia l’habitat in cui vive una zanzara potrebbe portarla a nutrire nuovi ospiti”, riferendosi alle persone, ma anche agli animali selvatici e domestici.

6. Malattie legate a intossicazione del sistema immunitario indotta da nanoparticelle Le nanoparticelle sono minuscoli oggetti biologici e sintetici e attualmente vengono utilizzate in vari settori: dai farmarci ai coloranti alimentari. In alcuni test e cure mediche hanno un ruolo salvavita ma secondo una ricerca possono anche avere effetti “immunotossici”, alterano il sistema immunitario in modi imprevedibili (e in gran parte non studiati). “Le nanoparticelle possono interagire con vari componenti del sistema immunitario e migliorare o inibire la sua funzione”, secondo uno studio del 2014 della Texas A&M University. Ulteriori ricerche indicano che le nanoparticelle hanno la capacità di causare infiammazione, possono attraversare le barriere cellulari e causare danni al DNA all’interno di “punti privilegiati” del corpo. Uno studio ha persino collegato le nanoparticelle utilizzate negli additivi alimentari all’intensificazione di sintomi nelle persone che soffrono di malattia infiammatoria intestinale. È possibile che l’uso diffuso di nanoparticelle possano produrre nuove malattie infiammatorie o aumentare i tassi o i sintomi di quelle esistenti, dalla malattia di Crohn all’artrite e al diabete.

7. Disforia indotta dalla tecnologia Il termine “disforia” si riferisce a uno stato generale di disagio, ansia o insoddisfazione della vita. Esistono attualmente molte speculazioni da parte di esperti: per alcuni, un uso intenso di personal computer e tecnologie mobili (in particolare gli smartphone) sta causando disorientamento o ansia. E l’integrazione di tecnologie più potenti e più invasive potrebbe esacerbare alcuni di questi effetti.

8. Nuovi e incontrollabili tipi di influenza Tra il 1918 e il 1919, una forma del sottotipo di influenza H1N1 in tutto il mondo uccise circa 100 milioni di persone. Un disastro attualmente ancora possibile e può verificarsi per motivi frustranti. Durante le prime fasi di un’epidemia, il contenimento è spesso possibile se le comunità interessate e i funzionari della sanità pubblica seguono la stessa linea. Ma sempre più spesso questo tipo di coordinamento è vanificato dalla disinformazione e dalla mancanza di fiducia. In Africa occidentale, non sono mancate congetture secondo cui gli scienziati avessero creato un focolaio o addirittura che non esistesse o, ancora circolavano voci infondate sugli effetti collaterali dei vaccini.