Sbadiglio: più è lungo, più c’è intelligenza

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Ottobre 2016 - 11:02 OLTRE 6 MESI FA
Sbadiglio: più è lungo, più c'è intelligenza

Sbadiglio: più è lungo, più c’è intelligenza

ROMA – Più è lungo lo sbadiglio e più sei intelligente. Una nuova ricerca condotta da Andrew Gallup sostiene che questo fenomeno, diffuso sia tra gli animali che tra gli esseri umani, è un indicatore delle capacità intellettive delle varie specie animali, tra cui c’è anche l’uomo.

Emilio Vitaliano su Repubblica scrive che lo sbadiglio è un fenomeno frequente, largamente diffuso, del tutto naturale e soprattutto contagioso. Per questo motivo spesso ha attirato l’attenzione e la curiosità dell’uomo. Ora Gappul, scienziato della State University di New York, ha scoperto che si tratta anche di un segno di intelligenza, perché costituisce un valido indicatore per il peso del cervello e del numero di neuroni che si trovano nello strato più esterno dell’organo.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Biology Letters e sottolinea che i primati tendono a manifestare un tempo di sbadiglio più lungo rispetto ad altre specie animali, come i ratti, i conigli e le volpi. Da qui l’ipotesi che il tempo maggiore sia legato ad una struttura cerebrale più complessa, che dunque necessità di una migliore circolazione di ossigeno e di un sistema di raffreddamento che sia più efficace:

“D’altronde l’ipotesi termoregolatoria, oggi una delle più accreditate per giustificare lo sbadiglio, era stata già avanzata proprio da Gallup qualche anno fa, considerando l’inalazione che viene effettuata durante questo movimento. Nello studio, datato 2011, lo scienziato aveva anche sottolineato che in estate, quando la temperatura esterna è più alta e quindi più simile a quella corporea, il fenomeno è meno diffuso, diversamente da quanto avviene nel periodo invernale più ricco di aria fresca.

In realtà, la funzione fisiologica alla base di questo fenomeno non è ancora chiara, probabilmente perché gli stimoli che lo generano sono numerosi, tanto da costituire una difficoltà che finora ha impedito di arrivare ad una soluzione universalmente accettata. La molla propulsiva può essere la stanchezza, o la fame, oppure può esserci un collegamento con il nervosismo o una funzione sociale (indicare noia per una determinata circostanza).I segnali di intelligenza che non ti aspetti”.

L’ultimo studio di Gallup ha preso in considerazioni 205 sbadigli di 177 soggetti che erano provenienti da 24 specie diverse e ha scoperto che:

“negli esseri umani la lunghezza è di quasi sette secondi, negli elefanti sei, cammelli e scimpanzé circa cinque. Naturalmente il peso del cervello umano non è il maggiore in assoluto, ma siamo dotati di più neuroni nella corteccia di qualunque altra specie, caratteristica che potrebbe risultare il fattore più importante. Inoltre, anche l’età è uno dei parametri da tenere in considerazione, poiché gli adulti sembrano sbadigliare più a lungo dei bambini”.