400mila anni fa il primo fuoco! Resti di pirite retrodatano la scoperta, i Neanderthal probabilmente (foto Ansa-Blitzquotidiano)
L’avventurosa esplorazione a ritroso nel tempo alla ricerca delle nostre origini più primordiali segna una tappa tanto inattesa quanto esaltante che retrodaterebbe addirittura di 350mila anni la scoperta del fuoco, scoperta nel senso di capacità di produrlo, controllarlo e mantenerlo.
Un antico focolaio nel Suffolk in Inghilterra
Sono stati infatti trovati i più antichi strumenti usati per accendere il fuoco: sono due frammenti di minerale pirite risalenti a 400.000 anni fa, rinvenuti accanto ai resti di focolai in un antico accampamento vicino a un lago nella contea di Suffolk, nel Regno Unito.

A utilizzarli potrebbero essere stati dei Neanderthal ancora prima dell’arrivo dell’Homo sapiens. La scoperta, che riscrive una pagina importante dell’evoluzione umana, è pubblicata sulla rivista Nature da un team di archeologi britannici guidato dal British Museum. Tra gli autori dello studio c’è anche l’italiana Silvia Bello del Natural History Museum di Londra.
I ricercatori hanno condotto gli scavi in un’antica cava di argilla abbandonata da tempo, dove in passato erano già stati trovati i resti di grandi animali come bisonti, elefanti e cervi, oltre che i fossili di rane, pesci e persino macachi. Le indagini hanno portato alla luce manufatti di diversa fattura, nello specifico blocchi di selce scheggiati e attrezzi più complessi simili ad asce, che probabilmente sono stati prodotti da diverse specie umane.
Osservando i frammenti di selce, gli archeologi hanno notato che erano raggruppati e presentavano segni di intenso riscaldamento: anche i sedimenti vicini mostravano segni di ripetute bruciature, il che ha fatto pensare che potessero esserci stati degli antichi fuochi da campo attorno ai quali venivano prodotti gli utensili.
400mila anni fa Sapiens era ancora in Africa
La presenza di frammenti di pirite, che sfregati contro la selce possono produrre scintille, ha dimostrato in maniera inequivocabile che i fuochi non erano naturali ma prodotti in modo intenzionale. Questo retrodata di circa 350.000 anni la capacità di accendere il fuoco rispetto a quanto ipotizzato finora.
“Il fatto che ci siano piriti dimostra non solo che potevano alimentare il fuoco, ma che lo producevano”, osserva Silvia Bello. “Il fuoco è una fonte di calore e nelle notti fredde e buie può prolungare la durata del giorno. Sicuramente, nei periodi in cui le persone non potevano cacciare, il fuoco era un ottimo spazio per riunirsi, interagire tra loro e potenzialmente imparare e insegnare”.
Resta da capire chi abbia acceso quei fuochi: 400.000 anni fa Homo sapiens si trovava ancora in Africa, quindi è plausibile pensare (anche alla luce di altri siti archeologici britannici della stessa epoca) che siano stati dei Neanderthal primitivi poco dopo il ritiro delle calotte glaciali.
