L’asteroide chiamato RM4 è grande quasi quanto il più alto grattacielo al mondo, il Burj Khalifa di Dubai. È da tempo sotto osservazione da parte degli scienziati i quali, però, ritengono che non esista pericolo di impatto con la Terra. È previsto infatti che il suo avvicinamento sarà pari a 2,3 milioni di chilometri, una distanza che assicura sui possibili pericoli per noi ma che è invece una grande opportunità per l’osservazione spaziale da parte delle agenzie spaziali di tutto il mondo che sono impegnate ad individuare strategie di difesa planetaria (deviazione di corpi celesti) per rispondere un domani ad un possibile rischio di collisione.
L’asteroide RM4 è stato scoperto il 22 settembre scorso dal gruppo di scienziati del Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System ed immediatamente messo sotto osservazione da parte dell’Istituto di astronomia dell’Università delle Hawaii, del MIT Lincoln Laboratory e di altri centri di ricerca USA per definirne la rotta e stabilirne la pericolosità rispetto al nostro pianeta e al nostro sistema solare.
L’asteroide RM4 ha una dimensione stimata appena inferiore all’edificio più alto del mondo, il Burj Khalifa di Dubai, con un diametro tra i 330 e 740 metri. Secondo la NASA, RM4 passerà davanti al nostro pianeta ad una velocità di circa 84.500 km/h, pari a circa 68 volte la velocità del suono. Quando passerà nel punto più vicino alla Terra, l’asteroide si troverà a circa 2,3 milioni di km dal nostro pianeta ovvero circa sei volte la distanza media tra la Terra e la Luna. Per gli standard cosmici, si tratta di un margine molto ridotto.
RM4 è definito un asteroide “potenzialmente pericoloso” per la Terra
La NASA classifica come “oggetti vicino alla Terra” qualsiasi oggetto spaziale che si trovi a meno di 193 milioni di km dal nostro pianeta e come “potenzialmente pericolosi” qualsiasi corpo di grandi dimensioni che si trovi entro 7,5 milioni di km dalla Terra. Una volta segnalate, queste potenziali minacce sono tenute sotto stretta osservazione da parte degli astronomi che le studiano attraverso il radar al fine di individuare eventuali segni di deviazione dalle traiettorie previste che, dunque, potrebbero metterli in rotta di collisione con la Terra.
La NASA traccia posizioni e orbite di circa 28.000 asteroidi, individuandoli con ATLAS, l’Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System, un sistema di quattro telescopi in grado di eseguire una scansione totale dell’intero cielo notturno ogni 24 ore. Da quando ATLAS è stato messo in funzione nel 2017, ha individuato più di 700 asteroidi vicini alla Terra e 66 comete. Due tra questi asteroidi, 2019 MO e 2018 LA, hanno effettivamente colpito la Terra. Fortunatamente, entrambi gli asteroidi erano di piccole dimensioni e non hanno arrecato danni.
La NASA ha stimato le traiettorie di tutti gli oggetti vicini alla Terra fin dopo la fine del secolo. La buona notizia è che, secondo le stime della NASA, ad oggi, la Terra non corre alcun pericolo di collisione apocalittica con un asteroide per almeno i prossimi 100 anni.
Questo, però, non significa che gli astronomi possano interrompere le ricerche. Sebbene, infatti, la maggior parte degli oggetti vicini alla Terra non sia in grado di porre fine alla civiltà, ci sono stati impatti devastanti di asteroidi nella storia recente del nostro pianeta, come, per esempio, quello che nel 2013 è esploso nell’atmosfera sopra la città centrale russa di Chelyabinsk generando un’esplosione pari a circa 400-500 chilotoni di TNT, ovvero 26-33 volte l’energia rilasciata dalla bomba di Hiroshima, ferendo circa 1.500 persone e causando enormi danni a città e dintorni.
Le agenzie spaziali di tutto il mondo stanno già lavorando su possibili modi per deviare asteroidi in rotta di collisione con la Terra. Il 26 settembre, la NASA con il supporto dell’Italia, ha condotto il primo test di difesa planetaria. La navicella Double Asteroid Redirection Test (DART) ha reindirizzato l’asteroide non pericoloso Dimorphos mandandolo fuori rotta ed alterandone l’orbita di 32 minuti.
Anche la Cina ha anche affermato di essere nelle prime fasi di pianificazione di una missione di reindirizzamento di un asteroide. Intende colpire l’asteroide Bennu, destinato a passare a 7,4 milioni di km dall’orbita terrestre tra il 2175 e il 2199, con 23 razzi Long March 5. In questo modo, il Paese spera di deviare l’asteroide in modo da evitare un impatto potenzialmente catastrofico con il nostro pianeta.