Vita da call center: 8600 posti persi da settembre 2010 e 13 mila a rischio

Pubblicato il 18 Febbraio 2011 - 19:19 OLTRE 6 MESI FA

ROMA- Nei call center sono quasi 13 mila i posti a rischio, guardando sino a giugno (di cui 1.800 in Lombardia, 1.600 in Piemonte e Calabria, 1.450 in Sicilia, 1.100 in Lazio e Puglia); 8.600 quelli già persi da settembre 2009 ad oggi. Il 70% degli addetti è concentrato nelle regioni meridionali; il 68% è di sesso femminile ed ha un’età inferiore ai 40 anni.

Per difendere i posti di lavoro nei call center, ”con Fistel-Cisl e Uilcom-Uil abbiamo già deciso di riprendere la mobilitazione sulla base di un’analisi condivisa. Passeremo unitariamente dalle parole ai fatti”, ha detto il segretario generale della Slc-Cgil, Emilio Miceli.

C’è ”una totale disattenzione del governo”, commenta il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, affermando che ”da più di un anno avrebbe dovuto dare risposte” aprendo un tavolo ad hoc. Camusso sottolinea in generale la ”politica introdotta dal ministero del Welfare che riducendo i controlli ha incentivato il fenomeno del sommerso e del lavoro nero”. Miceli parla di ”una nicchia di poverta”’, minacciata dai processi di delocalizzazioni ”a cominciare – dice il segretario – dall’italiana Alitalia che pensa di servire nel migliore dei modi i propri clienti ricorrendo ai call center in Albania”.