ROMA – “Minzolina”, “farfallina”, “fedelissima di Berlusconi”: Susanna Petruni, classe 1961 e già vice di Augusto Minzolini al Tg1, si è guadagnata tutte queste colorate definizioni sul Fatto quotidiano dopo che il suo nome è spuntato nel valzer delle nomine Rai per un posto come direttore del Tg2.
La rosa di nomi proposta è targata Mauro Masi, direttore generale Rai. Non è la prima volta che la Petruni viene tirata in ballo nel giro di poltrone in viale Mazzini, anche lo scorso anno era stata data dalla stampa come candidata per Rai2 ma allora non sarebbe stato raggiunto alcun accordo.
Di lei, bionda conduttrice e volto della rete ammiraglia di mamma Rai per molto tempo, il Financial Times fece addirittura una citazione quando il premier Berlusconi diede del “kapò” al deputato socialista tedesco Schulz. Tutti i telegiornali riportarono l’audio della sparata di Berlusconi, ma il Tg1 fece eccezione perché la Petruni riferì le parole, senza sonoro e senza il resto del discorso del Cavaliere.
Ancora prima a tormentare le sue conduzioni al tg fu la polemica su quel ciondolo a farfallina, considerato come scrive il Fatto quotidiano “l’amuleto delle amiche del premier”, con cui si presentò in una delle edizioni serali. Allora però lei si difese dicendo che era un fotomontaggio.
Adesso però finalmente il suo nome è stato fatto e sembra che possa persino andare in porto il balletto-scambio al vertice del Tg2 con Mario Orfeo, passato alla direzione del Messaggero. I consiglieri d’opposizione, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten spiegano l’accordo snocciolando gli altri volti proposti da Masi: Gennaro Sangiuliano (dall’attuale ruolo di vicedirettore del Tg1 a direttore vicario), Filippo Gaudenzi, Massimo Rocchi e Giuseppe Ferraro, (caporedattore di Sky Tg24, considerato vicino alla Lega) a vicedirettori del Tg1.
“Più poltrone, più consensi in consiglio: il nome di Ferraro circolava con insistenza per la direzione di Rai News. Ma qui c’è un guaio: la famosa circolare “lacrime e sangue” di Masi blocca le assunzioni dei giornalisti e Ferraro è un esterno”, ricostruisce Il Fatto.
Rizzo Nervo però promette battaglia: “Faremo un esposto alla Corte dei conti. Ci sono 1650 giornalisti in Rai: 51 vicedirettori di testata con incarico operativo, 18 vicedirettori senza incarico operativo – alcuni sono proprio al Tg1 – 234 capi redattori. Era davvero necessario prenderne uno dall’esterno? Il Tg1 è diventato il Giornale, non vorrei che il Tg2, che con Mario Orfeo si era distinto per equilibrio, si trasformasse in Libero. Auspicavamo una scelta condivisa. Ma quando si propone una nomina che esce dai palazzi romani, e questo lo sa anche la maggioranza in cda, lo interpretiamo come un atto di sfida verso una volontà di gestire normalmente questa azienda”.
E ancora riferendosi ai due consiglieri Petroni (Pdl) e Bianchi Clerici (Lega), che avrebbero il problema della multa per la nomina dell’ex dg Meocci, Van Straten spiega che secondo lui non voteranno: “Rischierebbero di dover rifondere il danno che eventualmente la Corte dei conti dovesse accertare. L’interim al Tg2 sarebbe il male minore. Senza contare che alcune testate, come Tg Parlamento, sono senza direttore da mesi”.