Pasticcio Invalsi alle scuole medie: sbagliate le griglie di correzione

ROMA – Alla fine la prova Invalsi è stata un pasticcio: le griglie di correzione per gli esami di terza media arrivate dal ministero sono sbagliate. Dopo una lunga giornata accanto ai ragazzi e dopo a correggere cumuli di fogli e a contare punteggi, i professori si sono visti arrivare la comunicazione ufficiale: c’è stato un errore.

La maschera per le correzioni non va bene e quindi i docenti dovranno ripetere la valutazione: peccato che però la notizia sia arrivata alle ore 20 quando già il lavoro era stato fatto o quasi completato.

“In seguito alle segnalazioni di alcune scuole si è riscontrato un problema tecnico della maschera per l’attribuzione del punteggio in alcuni casi particolari (da verificare individualmente su ogni studente) che le illustro schematicamente”, si legge nella lettera inviata via e-mail alle scuole dal responsabile del servizio nazionale di valutazione, sottoscritta da Roberto Ricci.

“Se il punteggio di Italiano è uguale o superiore a 21, allora non ci sono problemi per la parte di Italiano. Se il punteggio di Italiano e minore o uguale a 20 – continua – , bisogna controllare il numero di risposte corrette del gruppo A. Se le risposte corrette del gruppo A sono esattamente 16, allora bisogna ricalcolare il punteggio e il voto mediante la nuova maschera che può scaricare dal sito dell’Invalsi. Se, invece, il numero di risposte corrette è diverso da 16, allora non ci sono problemi”.

Prima delle 13,30, orario in cui sarà disponibile la nuova maschera, gli insegnanti non potranno che aspettare e preparasi ad un altro tour de force. Ma non è tutto. “Un ulteriore controllo – spiega la comunicazione – va effettuato nelle risposte di Matematica alle domande D2 e D9”. Come per l’Italiano, in presenza di determinate risposte da parte degli studenti, occorre ricalcolare i punteggi con la nuova maschera. Se i punteggi sono stati calcolati a mano, il problema non si pone. E, ai malcapitati prof alle prese con i due test Invalsi arrivano anche le scuse per il “disagio e l’aggravio di lavoro”, che viene prestato gratuitamente.

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