ROMA – Lo studio è pronto, ma potrebbe rimanere vuoto. A sei giorni dalla prevista messa in onda, il programma di Vittorio Sgarbi per la prima serata di RaiUno rischia di saltare.
L’incertezza è su tutto, dal titolo ai contenuti della prima puntata, oltre naturalmente al giorno effettivo del debutto. Lui chiama a raccolta la stampa e punta il dito contro la Rai: ”Non mi sento né gradito né rispettato”, accusa. E annuncia di essere ”pronto a rinunciare, magari con una trattativa come quella che fece a suo tempo Biagi”.
Chiuse le polemiche con il ministero dei beni culturali per il progetto del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia, la battaglia ora è con Viale Mazzini: ”Ho saputo soltanto ieri sera (11 maggio) alle 23, telefonando io al dg Lorenza Lei, che non avrei potuto andare in onda con la puntata dedicata a Dio e che quindi si pensava ad uno slittamento al 25 maggio”, premette il critico.
Accanto a lui, tra le colonne e capitelli dello studio allestito sulla Tiburtina, ci sono gli autori Carlo Vulpio e Diego Forte e poi Tatti Sanguineti, Irene Ghergo, la bionda Monica Marangoni volto di Rai1, e tutto lo staff della trasmissione, che avrebbe dovuto intitolarsi ”Il mio canto libero”, come la celeberrima canzone di Battisti- Mogol, o anche ”Il mio canto è libero” e andare in onda per cinque serate ogni martedì a partire dal 18 maggio con una prima puntata tutta incentrata, appunto, sul tema di Dio e sull’arte nel suo rapporto con il divino.
”Ho lavorato tantissimo a questo programma, ma forse il 18 maggio avrò un impegno”, esordisce lui ironico. ”E comunque la mia agenda è molto piena, non sarò libero prima delle 20.45 del 18, come era stato concordato da tempo con l’ex dg Mauro Masi”. Poi spiega che dopo la telefonata con il nuovo dg, c’e’ stato un incontro in mattinata con il direttore di Raiuno Mauro Mazza.
”Ci sono andati Volpe e Vulpio e così abbiamo saputo che ci chiedono di non andare in diretta bensi’ di registrare la puntata. Da parte mia niente in contrario, però questa mi sembra sfiducia, perché non chiedono la stessa cosa anche a Michele Santoro e Giovanni Floris? Io vorrei essere trattato come loro”. Qualche problema sembra esserci proprio nel rapporto con Mazza: ”Non c’è stato lo stesso feeling che con il dg”, ammette Sgarbi, che ricorda di ”aver lavorato sempre in maniera continuativa con Masi, poi è cambiato il dg e sono cambiate le cose anche per me, un po’ come è successo quando al ministero dei beni culturali è andato via Bondi”.
”Capisco che sono molto inquietante e pericoloso, ma le scalette del programma sono state discusse in infinite riunioni”, ripete. Come il titolo del programma, che sarebbe stato stoppato dall’ufficio legale di Viale Mazzini per paura di questioni legali con la vedova di Battisti: ”Quel titolo lo avevamo comunicato da tempo, perché problemi soltanto adesso?”. Quindi torna sul contenuto della prima puntata, ”Non capisco perché debba fare paura che si parli di Dio, con me in studio c’è anche il vescovo di Noto”. Scherza sull’ipotesi di un nuovo titolo: ”Potrebbe essere ‘Ci tocca anche Sgarbi’ il titolo di un articolo che ho letto sull’Unità”. Intervengono gli autori: ”Abbiamo ricevuto ostacoli, blocchi, limitazioni”, accusano. Sgarbi allarga le braccia: ”Cosa succedera’ il 18? Non lo so. Ma sono disponibile a rinunciare, per 3 milioni di euro”.
LA REPLICA Il programma di Vittorio Sgarbi per la prima serata di RaiUno dovrebbe partire il 18 maggio ma a condizione che le puntate vengano registrate. E’ quanto apprende l’Ansa da fonti della direzione della rete ammiraglia di viale Mazzini che fanno notare come il Cda abbia chiesto che la trasmissione del critico d’arte sia sotto la responsabilità editoriale di Rai1. Dunque il programma potrebbe andare in onda il 18 a patto che si faccia in tempo per la registrazione.
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