“Me l’hanno presa”: ecco come Salvatore Parolisi è diventato un sospettato

Pubblicato il 12 Maggio 2011 - 10:01| Aggiornato il 20 Aprile 2018 OLTRE 6 MESI FA

ASCOLI PICENO – Sono i momenti concitati della scomparsa di Melania Rea, sono passate pochissime ore dalle 14,30, orario che secondo il marito Salvatore è quello dell’allontanamento della donna dalle altalene di Colle San Marco dove stava con la famiglia. Parolisi chiama un suo amico e dice: “Me l’hanno presa”. Non “è scomparsa”, “si è allontanata”, “è sparita”. Salvatore si mostra subito sicuro della responsabilità di una terza persona nella sparizione della moglie. Viene preso sul serio, tanto che le indagini subito dopo non seguono più una scomparsa ma un sequestro di persona.

Non sapendolo, Salvatore Parolisi attira così su di sé i sospetti degli inquirenti. Ieri, mercoledì, il terzo interrogatorio in poche ore nella caserma di Castello di Cisterna. Il pm Umberto Monti procede con cautela e Salvatore in serata è tornato a casa senza nessuna accusa sul suo conto. Monti non vuole seguire un’indagine indiziaria e per ora ci sono sospetti e non prove. Ma in ore e ore di interrogatori ci sarebbero alcuni punti che l’uomo non è riuscito a chiarire.

Il tragitto. Melania “si è diretta  – racconta Salvatore  -verso la toilette del ristorante Il Cacciatore perché i bagni chimici accanto al chiosco le erano parsi troppo sporchi”. E mostra agli inquirenti la strada fatta dalla donna. L’avrebbe vista imboccare viale martiri della Resistenza, strada ben più lunga rispetto al sentiero che l’avrebbe portata in breve al chiosco. Perché?

La borsa . Salvatore racconta che la donna si è allontanata con la promessa di portargli il caffè. Ma la donna aveva lasciato a casa la borsa quel giorno, non le sono state trovate addosso monete. Come avrebbe potuto pagare al bar senza contanti?

La pineta. Salvatore parlando con gli inquirenti dopo il ritrovamento del cadavere, mostra di sapere alcuni dettagli della morte di Melania che non poteva conoscere non avendo mai visto la scena del delitto. Spiegherà questa circostanza dicendo che il suo amico Raffaele Paciolla gli ha mostrato alcune foto fatte col cellulare del chiosco accanto al quale era il corpo. Ma Paciolla smentirà di aver mai fatto foto in quel luogo. Per allontanare sospetti su eventuali tracce biologiche rinvenute, Parolisi aggiungerà anche di essere stato in quel boschetto di Ripe di Civitella una decina di giorni prima che Melania morisse. Era stato lì con lei e avevano avuto un rapporto intimo proprio accanto al chiosco. Eppure le celle telefoniche dicono che sia il cellulare di Melania che quello di Parolisi erano a Ripe di Civitella (che ricordiamo dista qualche chilometro dal luogo della scomparsa, Colle San Marco) il 18 aprile, proprio intorno alle 15.

I testimoni. Cominciano a scricchiolare le testimonianze di chi dice di aver visto Melania nel parco vicino le altalene. I quattro testimoni concordano nel ricordare Parolisi ma non la donna. Il titolare del chiosco, Alfredo Ranelli, ha detto finora di aver notato una donna, ma di non essere sicuro che si trattasse di Melania. Ora però ha aggiunto che potrebbe essersi confuso.