Udine, asportato un esofago per neoplasia: intervento unico al mondo

Pubblicato il 30 Aprile 2010 - 18:02| Aggiornato il 3 Maggio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Corsia ospedale

Un intervento chirurgico unico al mondo, l’asportazione in minichirurgia dell’esofago per neoplasia in una donna friulana di 78 anni, alla quale era stato già tolto alcuni anni fa uno dei due polmoni per un altro tumore, è stato eseguito all’Ospedale S. Maria della Misericordia di Udine dall’equipe del dottor Roberto Petri.

Grazie alla tecnica della chirurgia mini-invasiva applicata all’esofago, di cui la Chirurgia di Udine vanta la più grossa casistica europea, è stato possibile eseguire questo intervento, altrimenti irrealizzabile. Sia con la chirurgia aperta che con la toracoscopia finora impiegata, infatti, il polmone non deve respirare durante l’intervento e subisce inevitabili contusioni durante le fasi dell’operazione stessa.

Questa tecnica tradizionale dunque, oltre ad essere più invasiva, non è eseguibile su pazienti con un polmone solo, perché nel frattempo il polmone non respira e il sangue non riesce ad essere ossigenato.

“Applicando invece in maniera adeguata i principi della laparoscopia – spiega Roberto Petri – la nuova procedura permette ai chirurghi di lavorare in torace mentre i polmoni continuano a respirare normalmente. Ciò, oltre a semplificare l’intervento stesso, riduce drasticamente la possibilità che compaiano problematiche respiratorie nel postoperatorio”.

In questo caso gli anestesisti, sotto la direzione del dottor Rodolfo Muzzi da pochi mesi responsabile del secondo servizio di Anestesia, hanno potuto controllare la respirazione attraverso l’unico polmone disponibile durante tutto l’intervento, benché i chirurghi lavorassero sull’esofago proprio da quel lato.

L’intervento è perfettamente riuscito: la paziente ha avuto un decorso postoperatorio assolutamente regolare e, nonostante l’intervento e le precedenti affezioni, è stata da subito assistita nel reparto di degenza normale. Ha ripreso a mangiare autonomamente e, secondo i medici, può considerarsi guarita da una pesante malattia.