Droga, pena troppo mite: respinta la richiesta di patteggiamento di Tarantini

Pubblicato il 21 Aprile 2011 - 19:32 OLTRE 6 MESI FA

BARI – Ritenendo la pena non congrua, il giudice per l’udienza preliminare di Bari Marco Guida ha respinto la proposta di patteggiamento a due anni e sei mesi di reclusione per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti proposta dalla difesa di Gianpaolo Tarantini.

La vicenda è soprattutto legata alla vacanza da sogno dell’estate 2008, in Sardegna, durante la quale ‘Gianpi’ sperperò 500.000 euro, anche per acquistare la cocaina sniffata, secondo l’accusa,  da lui e dai suoi ospiti durante le feste organizzate nella villa affittata per 70.000 euro al mese a Capriccioli, a poca distanza da Villa Certosa dove l’imprenditore conobbe, proprio quell’anno, il premier Silvio Berlusconi.

Il pm inquirente, Giuseppe Scelsi, aveva dato l’assenso al patteggiamento ma il giudice ha ritenuto la pena troppo mite. Ora Tarantini sarà processato con rito abbreviato. Il gup Guida ha invece ratificato gli altri due patteggiamenti e ha applicato la pena di tre anni di reclusione e di 20mila euro di multa al presunto pusher di Tarantini, Nico De Palma (l’unico dei sei indagati a non essere mai stato arrestato per queste vicende perché ha collaborato alle indagini); un anno e otto mesi di reclusione, pena sospesa, per l’altro presunto pusher barese Onofrio Spilotros.

Condanne superiori alle richieste dell’accusa (che aveva chiesto tre anni ciascuno) per Alessandro Mannarini e Massimiliano Verdoscia, due dei ‘tre moschettieri’, come la stampa ha ribattezzato il trio di cui faceva parte anche Tarantini. La pena applicata ai due è di quattro anni e quattro mesi di reclusione, di 20mila euro di multa con divieto di espatrio e ritiro della patente di guida per un anno.

E’ stata invece stralciata, per un errore nel capo d’imputazione, la posizione del presunto spacciatore Stefano Iacovelli per il quale l’accusa aveva chiesto la condanna a due anni e otto mesi di carcere.