Idil è morta. I medici di Torino hanno staccato la spina alla mamma in coma

Pubblicato il 28 Settembre 2010 - 23:03| Aggiornato il 29 Settembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Idil Jimcaala è morta. Esattamente 12 ore dopo la nascita della piccola  idil, il papà Issa ha voluto che si chiamasse come la madre, la donna si è spenta all’ospedale Sant’Anna di Torino.

Dopo un mese di coma, tenuta in vita solo per permettere alla bimba di poter vedere la luce, Idil si è lasciata andare. Per sei ore, tempo di osservazione stabilito dalla Commissione per l’accertamento della morte cerebrale, i medici hanno monitorato la giovane inconsapevole mamma. Il suo cuore dopo il cesareo, effettuato in anestesia totale perché i dottori non avevano la certezza che Idil anche se in coma non soffrisse, ha continuato a battere.

Alle 22.10 medici hanno staccato le spine che tenevano in vita da agosto la sfortunata e hanno constatato il decesso. Tecnicamente la morte risale però alle 16.10, ovvero dall’inizio del periodo di osservazione.

Il giorno più bello e insieme più brutto per Issa Jimcaala, il papà della bimba nata dalla ventottenne somala da un mese in coma irreversibile al Sant’Anna di Torino, è arrivato. Questa mattina, poco prima delle 10, è venuta alla luce la piccola Idil, dopo un parto cesareo durato una decina di minuti.

La piccola al momento del parto pesava 760 grammi ed è ricoverata nel reparto di terapia intensiva della Neonatologia. “Sta bene, ha pianto, si è ossigenata subito e al momento del parto era abbastanza vivace, ha avuto un buon punteggio apgar (la ‘pagella’ data dai medici ai neonati, ndr), considerando la sua particolare condizione”, ha spiegato Tullia Todros, direttrice del dipartimento di Ostetricia e Neonatologia del Sant’Anna.

La decisione di procedere al taglio cesareo è stata presa poco dopo le 9. “D’accordo con i rianimatori – racconta Tullia Todros – abbiamo deciso che era arrivato il momento di eseguire il taglio cesareo perché lasciarla ancora nell’utero materno esponeva la piccola a un rischio ben maggiore. E’ stato il peggioramento delle funzioni respiratorie della mamma a convincerci definitivamente”.

Oggi Issa, prima di sfuggire alle telecamere di un paio di tv in agguato, ha voluto ringraziare, comprensibilmente molto commosso e frastornato dalla vicenda personale, i medici. “Cosa dirò a Idil quando sarà grande? Che lei è un miracolo vivente”. Per l’ospedale torinese, dove pure ogni anno nascono molti bambini prematuri (“siamo il centro di riferimento – spiegano i medici – per tutto il Piemonte”), il caso delle due Idil non aveva precedenti.

“Anche per questo motivo – dice Enrico Bertino, primario della Terapia intensiva – bisogna essere molto, ma molto cauti. Si potrà capire solo giorno per giorno come si evolverà la situazione”. La commozione ha contagiato anche i medici: “E’ stata una grossa soddisfazione, ci eravamo presi un impegno anche di tipo morale con il papà”, dice Evelina Gollo, primario di Anestesia e Rianimazione del Sant’Anna