Scontri a Roma: tornano liberi 11 dei 23 fermati. Alemanno: “Un’ingiustizia”

Pubblicato il 16 Dicembre 2010 - 16:27 OLTRE 6 MESI FA

Undici in libertà e uno agli arresti domiciliari. Questo un primo bilancio dei processi per direttissima nei confronti dei ventitre fermati dopo gli scontri avvenuti martedì nel centro storico di Roma. Per questo primo gruppo di arrestati la decisione è stata presa dai collegi della V e II sezione penale del Tribunale capitolino dove sono in corso i processi per direttissima.

Nel dettaglio il tribunale ha confermato gli arresti disponendo i domiciliari per Mario Miliucci (secondo l’accusa trovato con due sassi addosso), la scarcerazione per i genovesi Dario Campagnolo, Emanuele Gatti e Fabrizio Ripoli (per loro ha stabilito il divieto di tornare a Roma), libertà senza misure per il cittadino francese Charlie Plaza, cosi’ come per Edoardo Zanetti, mentre per Patrizio D’Acunzo imposto l’obbligo di firma. Il processo per loro è fissato il 23 dicembre.

la prima sezione penale del Tribunale di Roma ha confermato gli arresti stabilendo l’obbligo di firma per Matteo Sordini e Alessandro Zeruoli mentre non ha stabilito alcuna misura nei confronti di Michele Lucani, Matteo Angius e Leo Fantoni. I fermati sono accusati, a seconda delle posizioni, di resistenza aggravata e danneggiamento aggravato. Per loro il processo e’ stato fissato per il 13 giugno prossimo.

LA REAZIONE DEL SINDACO ALEMANNO “C’è una profonda sensazione di ingiustizia di fronte a queste decisioni perché i danni provocati alla città e la gravità degli scontri – spiega il sindaco di Roma Gianni Alemanno – richiedono ben altra fermezza nel giudizio della magistratura sui presunti responsabili di questi reati. Non è minimizzando la gravità di questi fatti che si dà il giusto segnale per contrastare il diffondersi della violenza politica nella nostra città mentre è evidente che queste persone hanno dimostrato, soprattutto in un momento di grande tensione sociale quale quello che stiamo vivendo, di essere soggetti pericolosi per la collettività”. “C’è veramente da augurarsi – conclude – di non vedere queste persone di nuovo all’opera quando qualcuno, nei prossimi giorni, cercherà di contrastare le decisioni del Parlamento sulla riforma universitaria”.