Apocalisse, Preppers Usa: “Scorte accendini e viveri contro le catastrofi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Luglio 2015 - 10:55 OLTRE 6 MESI FA
Apocalisse, Preppers Usa: "Scorte accendini e viveri contro le catastrofi"

Apocalisse, Preppers Usa: “Scorte accendini e viveri contro le catastrofi”

NEW YORK  – Scorte di accendini e viveri, lezioni di medicina da campo in cui imparano a steccare gambe rotte e suturare ferite. Loro sono i Preppers, americani che temono l’apocalisse e si preparano ad affrontare le catastrofi a suon di corsi di sopravvivenza.

Anna Guaita sul Messaggero spiega che i nuovi survavilist americani sono migliaia e tra la crisi economica e l’ebola, che alimentano la paura di una apocalisse imminente, sempre più borghesi si preparano al peggio. Uragani, alluvioni, terremoti o incendi, queste le catastrofe a cui preparasi:

““Non ci sarebbero ambulanze, e la protezione civile ci impiegherebbe giorni a raggiungervi” spiega un insegnante di sopravvivenza, Charley Hogwood. I preppers “duri” programmano per due diversi gradi di emergenza, e hanno un piano A, per quelle meno gravi, e un piano B, nel caso davvero tutto andasse a rotoli. Il piano A prevede di restare in casa, e quindi va preparato con la conservazione di rifornimenti, medicine, ecc.

Il Piano B richiede invece la fuga, e il raggiungimento di una località predefinita dove ci si ritroverà con i familiari o gli amici sopravvissuti, e dove siano stati conservati alimenti, medicinali, semi di diverse piante, armi e tutto quello che può servire per vivere in una socieà disgregata. Per la fuga, bisogna avere pronto lo zaino delle 72 ore, che contenga appunto il necessario per sopravvivere fuori casa per tre giorni. E’ soprannominato INCH, I’m never coming home, non tornerò mai a casa. 

Le aziende si adeguano e così ecco che in vendita arrivano armi, ma anche cibi disidratati a lunghissima conservazione, prodotti per filtrare e depurare l’acuqa e valigette mediche:

“La cosa più importante – che tutti i preppers riconoscono – è di seguire dei corsi di sopravvivenza. Imparare ad accendere un fuoco, a pescare, anche a coltivare la terra. Imparare a aggiustare una gamba rotta e suturare una ferita, a costruirsi un riparo o guadare un fiume. Per alcuni seguire questi corsi è un divertimento, come andare a fare campeggio. “Diciamo che è un hobby – reagisce un giovane manager di Chicago -. Ad altri piace collezionare statuine, a me piace collezionare conoscenza e materiale per una possibile catastrofe”.

Consigli spiccioli? Riempite una vasca da bagno d’acqua, ai primi segnali che qualcosa non va, avrete acqua da bere per vari giorni. Abbiate scarpe comode e basse sempre facili da acchiappare se dovete fuggire. Procuratevi una radio portatile che possa caricarsi con una manovella. E – come fa un ricco ingegnere – conservate qualche decina di batterie, accendini e di scatole di fiammiferi: potrebbero valere più di una banconota da cento euro”.