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Fischio della Morte Azteco, il suono più inquietante del mondo che influenza il cervello e provoca panico

Il Fischio della Morte Azteco, con il suo sibilo spaventoso, un lamento continuo inquietante che ancora oggi terrorizza chi lo ascolta, è un oggetto che da sempre affascina ricercatori e studiosi di tutto il mondo. Il suo suono pare scatenare una paura primordiale, suscitando curiose reazioni nel cervello che, secondo uno studio, ne viene particolarmente influenzato.

Fischio della Morte Azteco, tra storia e mistero

Questi piccoli fischietti, che prendono la forma di un teschio, sono stati riesumati da tombe risalenti a un periodo compreso tra il 1250 e il 1521 d.C. I Ricercatori ritengono che siano collegati al concetto di aldilà. Molto probabilmente gli Aztechi lo utilizzavano per valorizzare i rituali religiosi e forse venivano adoperati anche per i sacrifici. Eppure, la sua presenza nei siti di battaglia e nelle tombe dei guerrieri è ancora oggi oggetto di dibattito tra gli studiosi.

Quando sono stati ritrovati, questi fischietti hanno fin da subito affascinato per la loro forma particolare. Ma nessuno aveva mai provato a utilizzarlo soffiandoci dentro, fino a quando un archeologo ha deciso di tentare. Una volta soffiato in un’apertura sulla parte anteriore del manufatto, il suono provocato ha lasciato tutti senza fiato (letteralmente). Era un sibilo inquietante, come un lamento di più persone che urlavano contemporaneamente. Nonostante l’indubbio fascino del manufatto, studiosi e ricercatori non sanno ancora a cosa servissero questi particolari fischietti.

Nonostante la loro natura terrificante, questi fischietti non erano necessariamente progettati solo per spaventare, anche se i ricercatori hanno ipotizzato che questa fosse senza alcun dubbio una delle loro principali funzioni. La loro presenza nelle tombe ha portato gli studiosi a sospettare che questi manufatti potessero essere dei simboli legati a Ehecatl, il dio azteco del vento.

Fischio della Morte Azteco, lo studio

Per verificare gli effetti di questo particolare suono, ricercatori svizzeri e norvegesi hanno condotto uno studio coinvolgendo 70 volontari. Lo studio si basava su alcuni test psicoacustici, monitorando la reazione delle persone ai suoni, tra cui quello del Fischio della Morte.

Nel corso del test, i ricercatori hanno chiesto ai volontari di descrivere le loro sensazioni, monitorandole con un dispositivo che misurava le loro risposte neurali e psicologiche. I partecipanti, riguardo al Fischio della Morte, hanno descritto il suono come spaventoso e avverso. Scansioni celebrali, poi, hanno evidenziato che il suono metteva i partecipanti in stato di allerta. Si attivavano regioni neurali che si associano solitamente a diverse emozioni come il dolore e la paura.

A quanto pare, questi fischietti attivano regioni uditive di basso ordine nel cervello, quelle che analizzano il suono a un livello più profondo rispetto ad altri suoni testati. I ricercatori hanno associato questo suono, e le reazioni dei partecipanti, a quelli degli allarmi. Questi suoni, infatti, innescano una risposta uditiva che spinge ad analizzare i rumori inquietanti a un livello più profondo.

I ricercatori hanno attribuito questa particolare reazione alla confusione che avviene nel cervello quando deve riconoscere il confine tra naturale e artificiale. Quando il cervello non riesce a distinguere elementi naturali da quelli artificiali, si attiva uno stato di profondo disagio. Questo spiega la natura del manufatto e il suo suono terrificante.

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