Ospedali italiani, promossi e bocciati: la classifica Agenas ambito per ambito (cuore, tumori...) (foto Ansa-Blitzquotidiano)
Una classifica degli ospedali italiani – cioè una valutazione complessiva che comprenda punti forti ed eccellenze così come criticità e ritardi – è possibile e benemerita, anche per sfatare alcuni luoghi comuni e portare alla luce nuovi problemi.
La lente dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas)
Dall’area cardiocircolatoria alla chirurgia oncologica e agli interventi di parto: gli ospedali italiani sono sotto la lente dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), che nel Programma nazionale esiti (Pne) 2025 ne ha valutato le performance e la qualità dell’assistenza sulla base di specifici indicatori per ogni area clinica considerata.

Prima considerazione – grave e e incontroveritibile oltre che ormai tendenza di lungo periodo: le strutture con maggiori punteggi sono presenti soprattutto al Centro-Nord, con poche eccezioni nelle regioni meridionali. Solo due registrano la massima valutazione considerando tutte e 8 le aree indicate: l’Ospedale di Savigliano in Piemonte e l’Ospedale di Mestre in Veneto.
Ambito cardio-circolatorio
Nell’ambito cardiocircolatorio, ad esempio, le strutture sono state valutate sulla base di 7 indicatori (dalla mortalità a 30 giorni per infarto ai volumi di ricoveri per il by-pass): gli ospedali al top su tutti e 7 gli indicatori sono 11, di cui vari in Lombardia, ma figurano anche due strutture nel Lazio.
I migliori in questa area sono l’Ospedale Poma di Mantova, il Centro cardiologico Fondazione Monzino di Milano, l’Irccs San Raffaele di Milano, l’Istituto Humanitas di Rozzano, l’Ospedale di Mestre, il Presidio ospedaliero Cattinara e Maggiore di Trieste, l’Ircss Policlinico S. Orsola di Bologna, l’Ospedale Careggi di Firenze, lo Stabilimento Umberto I-Lancisi di Ancona, l’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma, l’Azienda ospedaliera S. Andrea di Roma.
Chirurgia oncologica
Per la chirurgia oncologica sono stati considerati 7 indicatori (dal volume di ricoveri alla proporzione di ricostruzioni per intervento demolitivo di tumore al seno) e le strutture valutate al top su tutti e 7 sono 16, soprattutto in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, ma figurano anche Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche e Lazio. Al top figurano pure due strutture del Sud: l’Istituto nazionale tumori di Napoli e la Casa di cura La Maddalena Spa di Palermo.
Gravidanza
Per l’ambito gravidanza e parto, invece, si sono considerati 4 indicatori e 53 strutture hanno raggiunto un livello “molto alto”: anche in questo caso, la maggioranza è al nord.
Rispetto all’ambito osteomuscolare, infine, l’area è valutata da 6 indicatori e delle 231 strutture che hanno raggiunto un livello “molto alto”, 126 sono state valutate per almeno 5 indicatori (la maggioranza è al nord).
Dal Programma esiti 2025 emerge inoltre che 68 strutture hanno migliorato i propri risultati rispetto allo scorso anno e non sono dunque più segnalate per il percorso di audit. Queste, afferma Agenas, “si equidistribuiscono in tutto il territorio”. In particolare, al Sud sono 24 le strutture migliorate rispetto allo scorso anno: 5 in Campania, 5 in Puglia, 1 in Basilicata, 4 in Calabria, 6 in Sicilia e 3 in Sardegna.
