Questo semplice gesto quotidiano può aiutare a ridurre il rischio di ipertensione: cosa dice la nuova ricerca (blitzquotidiano.it)
L’ipertensione è una delle emergenze silenziose più diffuse del nostro tempo. Nel 2024, secondo le stime internazionali, oltre 1,4 miliardi di persone convivevano con la pressione alta, una condizione che aumenta il rischio di infarto, ictus, insufficienza cardiaca, malattie renali e persino alcune forme di demenza. Nonostante gli enormi progressi della medicina, il controllo della pressione rimane una sfida, soprattutto nella popolazione più anziana, dove l’aderenza alle terapie non è sempre costante.
Eppure, tra i fattori che possono influenzare la salute cardiovascolare, l’alimentazione gioca un ruolo cruciale. Sappiamo da tempo che una dieta equilibrata, ricca di minerali come potassio, magnesio e calcio, può contribuire a mantenere la pressione sotto controllo. Ma cosa succede quando la dieta non è ottimale? È qui che entra in gioco una nuova ricerca, che prova a rispondere a una domanda semplice: un multivitaminico al giorno può davvero aiutare?
Multivitamine e pressione, lo studio
Il nuovo studio, pubblicato sull’American Journal of Hypertension, arriva da un’analisi secondaria dei dati del grande progetto COSMOS (COcoa and Multivitamin Outcomes Study), che ha coinvolto circa 8.900 adulti: donne dai 65 anni in su e uomini dai 60 anni in poi.
L’obiettivo iniziale del trial era valutare le potenzialità di due supplementi — estratto di cacao e multivitaminico-multiminerale — nel migliorare la salute degli adulti più anziani. Ma l’analisi dei dati ha portato anche a un’interessante osservazione sul legame tra multivitamine e pressione arteriosa.
I ricercatori non hanno trovato un effetto forte e generalizzabile sull’intera popolazione studiata. Tuttavia, hanno scoperto qualcosa di significativo: chi aveva una qualità della dieta più bassa e iniziava lo studio con valori di pressione normali sembrava trarre reali benefici dall’assunzione quotidiana di un multivitaminico.
Perché l’effetto è più evidente in chi segue una dieta meno equilibrata
Secondo il team guidato da Rikuta Hamaya, medico e ricercatore del Mass General Brigham, il motivo è fisiologico. Chi segue una dieta povera di nutrienti spesso non assume abbastanza minerali e antiossidanti fondamentali per la regolazione della pressione sanguigna.
In particolare, nutrienti come:
- Potassio, che favorisce l’eliminazione del sodio
- Magnesio, essenziale per la funzionalità dei vasi sanguigni
- Antiossidanti, che contrastano l’infiammazione
Quando questi elementi mancano, l’organismo può perdere un po’ della sua capacità di mantenere l’equilibrio pressorio. Ecco perché, secondo i ricercatori, un multivitaminico può funzionare come una sorta di “integrazione di base”, in grado di colmare le lacune nutrizionali e supportare una migliore regolazione della pressione.
Al contrario, chi già segue una dieta di alta qualità — ad esempio simile al modello mediterraneo — parte da un livello nutrizionale molto più completo e difficilmente trae beneficio aggiuntivo dai multivitaminici.
La pressione non era ancora alta: perché questo dato è importante
Un altro punto interessante riguarda il profilo dei partecipanti che hanno ottenuto i migliori risultati: tutti avevano una pressione normale all’inizio dello studio. Questo rafforza l’ipotesi che l’efficacia del multivitaminico possa essere maggiore nella fase preventiva, quando i vasi sanguigni sono ancora elastici e non sono presenti alterazioni strutturali dovute all’ipertensione cronica.
In pratica, integrare potrebbe servire soprattutto quando la pressione è in equilibrio ma esiste un rischio potenziale — per esempio a causa di una dieta poco varia.
Non un’alternativa alla terapia, ma un possibile aiuto per la prevenzione
Gli esperti esterni che hanno commentato lo studio hanno sottolineato che i multivitaminici non sono una curadell’ipertensione. La terapia, quando prescritta, rimane imprescindibile. Ma lo studio apre una strada interessante sulla possibile interazione tra qualità della dieta, piccoli supplementi quotidiani e prevenzione cardiovascolare.
Secondo i cardiologi, la ricerca conferma una cosa importante: per migliorare la salute del cuore non basta eliminare i fattori di rischio, serve potenziare ciò che funziona. E raggiungere un apporto adeguato di micronutrienti essenziali fa parte di questo processo.
Perché la dieta resta il vero fattore decisivo

L’elemento più forte che emerge dallo studio — al di là del ruolo dei multivitaminici — è la centralità della qualità del cibo. Una dieta ricca di verdure, frutta fresca, legumi, cereali integrali e alimenti naturalmente ricchi di fibre e minerali resta il modo più efficace per sostenere il microbioma, il cuore e la pressione sanguigna.
È proprio la varietà dell’alimentazione quotidiana a rendere meno necessario ricorrere agli integratori. Chi invece mangia in modo poco bilanciato potrebbe aver bisogno di un supporto aggiuntivo, almeno secondo quanto suggerisce la ricerca.
Cosa ci dice questa ricerca (e cosa ancora non sappiamo)
Il lavoro degli scienziati evidenzia un potenziale ruolo dei multivitaminici nella prevenzione dei problemi pressori, soprattutto negli anziani che non seguono una dieta di qualità. Ma come sempre accade in medicina, servono ulteriori conferme.
Lo studio infatti riguarda un campione prevalentemente anziano e poco eterogeneo. I ricercatori stessi sottolineano la necessità di indagare l’effetto dei multivitaminici su:
- popolazioni più giovani
- gruppi più diversificati per etnia
- adulti con stili alimentari diversi
Solo quando questi dati saranno disponibili potremo capire se l’effetto preventivo osservato è universale oppure limitato a una specifica fascia di popolazione.
