Definizione e caratteristiche dell’attacco ischemico transitorio (www.blitzquotidiano.it)
Intorpidimento acuto a un braccio, rappresenta un episodio neurologico temporaneo del flusso sanguigno cerebrale.
Questo disturbo, pur risolvendosi spontaneamente in tempi brevi, richiede un’attenzione clinica immediata poiché è frequentemente un campanello d’allarme per un possibile ictus cerebrale più grave.
Il TIA è un episodio di disfunzione neurologica transitoria che si manifesta quando un’arteria cerebrale o retinica viene occlusa temporaneamente da un coagulo di sangue (trombo o embolo) o da un restringimento arterioso dovuto a placche aterosclerotiche. A differenza dell’ictus ischemico, i sintomi del TIA si risolvono entro un’ora nella maggior parte dei casi, senza lasciare danni permanenti rilevabili agli esami di neuroimaging come la TAC o la risonanza magnetica. Tuttavia, secondo le più recenti definizioni cliniche, la distinzione tra TIA e ictus ischemico non si basa più esclusivamente sulla durata dei sintomi, ma anche sulla presenza o assenza di lesioni cerebrali confermate radiologicamente.
Le manifestazioni cliniche del TIA sono simili a quelle dell’ictus e includono: debolezza o paralisi temporanea di un lato del corpo, difficoltà nel linguaggio (afasia), disturbi visivi come perdita o offuscamento della vista, vertigini e problemi di coordinazione motoria. Questi sintomi insorgono improvvisamente e si risolvono completamente in tempi brevi.
Cause e fattori di rischio dell’attacco ischemico transitorio
L’origine del TIA è riconducibile a un’insufficiente irrorazione sanguigna cerebrale, provocata da un’ostruzione temporanea di un vaso arterioso. Tale ostruzione può essere determinata da trombi formatisi in situ su placche aterosclerotiche, soprattutto nelle arterie carotidi o vertebrali, o da emboli provenienti dal cuore, spesso in pazienti con fibrillazione atriale o altre cardiopatie.
Le condizioni associate all’insorgenza del TIA sono molteplici e comprendono sia fattori modificabili sia non modificabili. Tra i fattori modificabili figurano:
- Ipertensione arteriosa, principale causa di danno vascolare;
- Diabete mellito;
- Ipercolesterolemia e aterosclerosi;
- Fumo di sigaretta e fumo passivo;
- Obesità e inattività fisica;
- Uso di contraccettivi orali a base di estrogeni;
- Abuso di alcol e sostanze stupefacenti come cocaina e metanfetamine;
- Elevati livelli di omocisteina nel sangue.
I fattori non modificabili includono l’età superiore ai 55-60 anni, la storia familiare di ictus o TIA, il sesso maschile e l’appartenenza a etnie quali africana, asiatica e caraibica, maggiormente predisposte a diabete e malattie cardiovascolari.

La diagnosi di un attacco ischemico transitorio si basa principalmente sulla valutazione clinica specialistica e su un’accurata raccolta anamnestica dei sintomi. Poiché i segni neurologici possono scomparire prima della visita medica, è fondamentale fornire una descrizione dettagliata degli episodi. Gli esami diagnostici comprendono:
- Esami ematici per valutare glicemia, colesterolo e omocisteina;
- Misurazione della pressione arteriosa;
- Elettrocardiogramma per identificare aritmie come la fibrillazione atriale;
- Ecografia Doppler delle carotidi e dei tronchi sovra-aortici per individuare stenosi o placche aterosclerotiche;
- Neuroimaging mediante TAC o risonanza magnetica cerebrale per escludere lesioni ischemiche permanenti.
La tempestività della diagnosi è cruciale: il rischio di ictus aumenta significativamente nelle prime 48 ore successive a un TIA.
Il trattamento mira a prevenire recidive e l’eventuale insorgenza di un ictus. In pazienti con età superiore ai 65 anni o con pregressi episodi di TIA, è indicata la somministrazione di farmaci antitrombotici, come anticoagulanti o antiaggreganti (ad esempio acido acetilsalicilico). Possono essere prescritti farmaci antipertensivi o statine per controllare i fattori di rischio. Nei casi di stenosi carotidea severa, può essere necessario un intervento chirurgico come l’endoarteriectomia o un’angioplastica con stenting.
Parallelamente al trattamento farmacologico, è fondamentale un cambiamento nello stile di vita: riduzione del consumo di grassi saturi e sale, attività fisica regolare, eliminazione del fumo e moderazione nell’assunzione di alcol.
