Un'oasi selvaggia nel cuore del Mar Tirreno(www.blitzquotidiano.it)
Tra le gemme più autentiche e selvagge del Mediterraneo, un isola si conferma come uno dei patrimoni naturali e culturali più preziosi.
Questa piccola isola vulcanica, con una superficie di circa 5 km², è un vero paradiso dove la natura regna sovrana e la storia si intreccia all’ambiente ancora intatto.
L’isola di Alicudi, la più occidentale delle Eolie, si distingue per il suo profilo quasi conico dominato dal Monte Filo dell’Arpa, un vulcano spento che raggiunge i 675 metri di altitudine. Circondata da coste ripide e scogliere imponenti, Alicudi è abitata da meno di cento residenti, detti “arcudari” in siciliano, che vivono distribuiti in piccoli agglomerati isolati, raggiungibili esclusivamente tramite mulattiere e sentieri lastricati in pietra lavica. La sua natura aspra e selvaggia è l’elemento che la rende unica, tanto da mantenere un’atmosfera fuori dal tempo, priva di strade asfaltate, automobili o scooter: l’unico mezzo di trasporto è il mulo, fedele compagno di viaggio e lavoro sull’isola.
In questa cornice naturale, la presenza di oltre 600 capre brade – sei volte il numero degli abitanti – ha stimolato recentemente il Comune di Lipari a indire un bando per l’adozione gratuita di questi animali, con lo scopo di tutelare i fragili terrazzamenti e la preziosa vegetazione mediterranea, minacciati dal pascolo indiscriminato. Le capre, introdotte decenni fa, sono infatti diventate un fattore di pressione sull’ecosistema, contribuendo all’erosione dei sentieri e alla riduzione di specie vegetali protette.
Natura, tradizione e turismo sostenibile
Alicudi rappresenta un equilibrio delicato tra bellezza naturale e necessità di gestione consapevole. L’isola è immersa in una macchia mediterranea rigogliosa, con specie tipiche come erica, capperi, ginestra, ulivo e lentisco, oltre a una fauna variegata che include uccelli migratori come pellicani e fenicotteri rosa, rapaci quali falchi pellegrini e lodolai, e mammiferi come conigli selvatici e le già citate capre. La biodiversità è tutelata anche grazie all’inserimento dell’isola in un parco naturale, con percorsi segnalati mantenuti da volontari e associazioni ambientaliste.
La vita sull’isola è scandita dal ritmo lento e autentico di chi convive con la natura, lontano dal turismo di massa che caratterizza altre località delle Eolie. Durante l’estate, la popolazione si raddoppia solo leggermente, passando da circa 100 a 200 presenze, mentre in inverno Alicudi si trasforma in un luogo di silenzio e riflessione, dove il cielo stellato appare come un planetario naturale.
Per chi desidera visitare Alicudi, è fondamentale prepararsi con scarpe adatte per le mulattiere, zaini leggeri, scorte di acqua potabile, contanti (a causa dell’assenza di bancomat), torcia e power bank per affrontare le notti senza illuminazione pubblica. Il rispetto per l’ecosistema è imprescindibile: non si devono disturbare le capre né raccogliere piante o lasciare rifiuti.

L’isola è collegata regolarmente da aliscafi e traghetti con partenza da Milazzo tutto l’anno, mentre nei mesi estivi si aggiungono collegamenti da Palermo e, occasionalmente, da Napoli. Tuttavia, i collegamenti sono fortemente influenzati dalle condizioni meteorologiche, con possibili cancellazioni in caso di mare agitato.
La stagione ideale per visitare Alicudi è la primavera e l’inizio autunno, periodi in cui il clima è mite e perfetto per escursioni a piedi lungo le mulattiere e trekking fino alla cima del vulcano. Luglio e agosto sono preferiti per chi cerca il mare e le attività balneari, sebbene il caldo intenso e un maggior afflusso turistico possano rendere l’esperienza meno intima.
La vera magia dell’isola si scopre passeggiando lungo i sentieri che si arrampicano tra i terrazzamenti, immergendosi nel paesaggio dominato dai toni del blu del mare e dal verde della vegetazione selvaggia, oppure esplorando in barca le coste frastagliate, le grotte e le spiaggette di ciottoli, ideali per lo snorkeling.
