Bari, famiglia Matarrese nel mirino: bombe carta, proiettili. Venderanno club?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Luglio 2013 - 12:27 OLTRE 6 MESI FA

Bari, famiglia Matarrese nel mirino: bombe carta, proiettili. Venderanno club?BARI – A Bari la famiglia Matarrese non è più tanto gradita ai tifosi (o sedicenti tali). Non è una novità, ma in poche settimane si sono registrati due episodi che fanno capire bene il clima di tensione attorno alla “famigghia” (famiglia, ndr). 8 luglio 2013: una bomba carta esplode sotto l’abitazione dei Matarrese, nel quartiere Japigia. 26-27 luglio: nella notte qualcuno spara un proiettile contro la sede dell’impresa edile Matarrese. La stampa locale e l’opinione pubblica non hanno dubbi: “Sono stati i tifosi”. Già, perché quella tra i tifosi e la società è una storia tormentata da anni, da decenni. Contestazioni, diserzione, minacce. I cartelli in giro per la città Via Matarrese da Bari”. Nessuno che abbia frequentato lo stadio in questi anni può non aver ascoltato i cori più celebri (“Finché vivrò odierò i Matarrese”, “Ma quale presidente, ma quale costruttore, sei solo un muratore”).

Adesso tutto nasce dal fallimento (o almeno dalla brusca frenata) della trattativa per la cessione della squadra di calcio. I Matarrese sono alla guida del club biancorosso dal lontano 1977. 36 anni, la presidenza più longeva d’Italia. Una cordata di imprenditori locali, guidata da Paolo Montemurro, aveva intavolato una trattativa per acquisire il Bari. L’accordo non è stato trovato. E tra i tifosi è montata la rabbia: manifestazioni, cortei. E l’accusa per questi episodi un po’ più “turbolenti”.

Pierluigi Giordano Cardone, su Il Fatto Quotidiano, racconta la parte del fallimento della trattativa.

Versioni diverse, poca chiarezza. Da una parte e dall’altra. Per Antonio Matarrese (è l’ex presidente della Figc ad occuparsi della vendita del club) gli acquirenti non potevano concludere la trattativa perché non avevano i soldi necessari. Per l’imprenditore barese Paolo Montemurro e il suo socio napoletano Luigi Rapullino, invece, il problema erano i debiti (oltre 30 milioni di euro): a loro dire, l’attuale proprietà ha sempre assicurato di voler farsene carico, ma non ha mai spiegato come. Nulla di fatto.

La trattativa potrebbe riaprirsi. Il 31 luglio possibile nuovo incontro in Comune alla presenza di Michele Emiliano. Il sindaco tra l’altro deve sbrogliare la matassa relativa allo stadio San Nicola: attualmente le spese di gestione sono a carico del Comune. Se la società (Matarrese o chi per loro) decidesse di non volersi accollare queste spese, ci potrebbe essere il clamoroso sfratto.