Petrolio e pallone: l’emiro del Qatar che vuole comprarsi tutto il calcio mondiale

Pubblicato il 27 Giugno 2011 - 16:29 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ l’uomo più ricco del Qatar e ha un sogno: comprarsi tutto il calcio del mondo. Lo sceicco Tamin bin Hamad Al Thani vuole il calcio mondiale e se lo sta prendendo. Prenderà anche il miglior allenatore per darlo alla sua nazionale che ospiterà la Coppa del Mondo 2022.

Come riporta Il Giornale, è l’erede dell’emiro del Qatar ed è il nuovo signore globale del pallone: più dello sceicco Mansour che col Manchester City sta cambiando le regole del mercato, più di qualunque Abramovich, più di ogni altro multimiliardario che è entrato e uscito dagli stadi e dalla memoria negli ultimi vent’anni. Tamin bin Hamad Al Thani è la faccia benestante di un microstato che vuole impadronirsi del pianeta con il carico infinito di dollari che può portare in dote.

È lui, attraverso il fondo sovrano del suo Paese, che ha comprato il Paris Saint-Germain per 70 milioni di euro con l’idea di trasformarlo in una delle potenze del calcio europeo. È lui che ha portato Leonardo a Parigi, è lui che vorrebbe Mourinho, è lui che ha stanziato 150 milioni per il primo anno di calciomercato del Psg.

È lui che ha appena convinto il cugino e proprietario di Al Jazeera a investire novanta milioni per prendere una parte dei diritti tv del campionato francese. Non ci ha messo molto a persuaderlo: Tamin bin Hamad Al Thani è Sua Altezza del Qatar, primo in linea di successione di Hamad bin Khalifa Al Thani, nonostante sia il quartogenito. Prenderà lui in mano la fortuna infinita della famiglia e del Paese perché gli altri hanno rinunciato da tempo.

Ha preso 150 milioni e li ha messi tutti sulla maglia del Barcellona per 5 anni. Trenta milioni a stagione per sponsorizzare con la Qatar Foundation la squadra più forte e più chic del mondo. Il Barca aveva sempre resistito alle tentazioni milionarie degli sponsor: ha ceduto qualche anno fa quando ha stretto un accordo con Unicef. La scusa della buona causa ha fatto sbollire un po’ la rabbia dei tifosi catalani che mai avrebbero voluto sporcare la maglia con una scritta commerciale. Centocinquanta milioni in cinque stagioni è la cifra più alta della storia della sponsorizzazione pallonara.

Tamin segue la scia: mescola Est e Ovest. Il Qatar riesce a essere amico di Netanyahu e non nemico di Ahmadinejad. A Doha si applica la sharia, ma in versione soft: è permesso l’alcol e le restrizioni per l’abbigliamento femminile sono poco rigide, tanto che sta per partire un campionato di calcio con le giocatrici senza velo. È un gioco di equilibri complicati, è soprattutto una sfida agli altri emiri del Golfo per mostrarsi all’Occidente come interlocutore principale della nuova stagione del Medio Oriente.

In sostanza comanda Tamin, al quale il sovrano ha già delegato la presidenza di tutte le altre federazioni, compreso il comitato olimpico locale. Arriverà anche il calcio, perché è lì che il giovane Al Thani ha deciso di puntare: nel pacchetto dei 150 milioni per sponsorizzare il Barcellona ha inserito la possibilità di chiedere a Pep Guardiola di staccarsi una stagione dal Barça (il 2012-2013) per andare ad allenare la nazionale del Qatar, salvo poi tornare alla base. Non basta, però. Controllare di fatto il Barcellona, comprare il Psg, prendersi i diritti del calcio francese con Al Jazeera non è sufficiente. Vuole anche l’Inghilterra e la vuole dalla testa: nei mesi scorsi avrebbe fatto un’offerta per comprarsi il Manchester United.