Calciopoli, Moggi ad Ancelotti: “I defraudati eravamo noi”

Carlo Ancelotti

“Sentendo la testimonianza di Ancelotti che ha detto di sentirsi defraudato, dico che probabilmente i defraudati siamo stati noi”. Luciano Moggi, ex dg della Juventus ha atteso la conclusione dell’udienza del processo a Calciopoli per rendere dichiarazioni spontanee incentrate sulla testimonianza resa da Carlo Ancelotti la settimana scorsa nell’aula del tribunale partenopeo. Moggi ha contestato ad Ancelotti che Leonardo Meani, l’addetto agli arbitri del Milan, non fosse un dirigente della società rossonera: “In realtà – ha detto Moggi – l’addetto all’arbitro fa parte della struttura societaria”. Moggi, inoltre, ha ricordato tre partite del Milan con Ancelotti allenatore, Parma-Milan, Reggina-Milan e Atalanta-Milan – arbitrate rispettivamente da Pieri, Racalbuto e Bertini – in cui, stando alle moviole dell’epoca, ci furono episodi controversi giudicati in senso favorevole ai rossoneri.

“Se è vero – ha sottolineato Moggi – come si dice questi arbitri facevano parte della cupola, avrebbero dovuto decidere diversamente.

Sentendo queste cose, probabilmente i defraudati siamo stati noi”. In riferimento alla partita Siena-Milan, citata da Ancelotti nella scorsa udienza e in cui fu annullato un gol al milanista Shevchenko, Moggi ha negato ogni collegamento con l’assistenza del guardalinee Baglioni: “Ma come faccio – ha osservato – se non ci sono tracce di telefonate tra me e Mazzei né tra me e gli assistenti. Erano Facchetti e Meani a chiamare per i guardalinee. Sono sconcertato”. Infine Moggi ha parlato della sua presunta amicizia con l’arbitro De Santis: “Non si può dire che siamo amici perché mi dà del tu, perché De Santis se incontra il presidente della Repubblica dà del tu pure a lui, è così di carattere. E in ogni caso non l’ho mai chiamato e, per dirla tutta, non mi stava neanche tanto simpatico”.

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