Calcioscommesse, si chiude con l’Atalanta: Doni e Paoloni

Pubblicato il 4 Agosto 2011 - 21:08| Aggiornato il 5 Agosto 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ancora un giorno di fase dibattimentale, poi la Commissione disciplinare, presieduta dall’avvocato Sergio Artico, si ritirera’ in camera di consiglioper decidere quali sentenze emettere nei confronti dei tesserati e delle societa’ coinvolte, e successivamente deferite dalla Procura federale, nel processo sul calcioscomesse scaturito dall’indagine avviata dalla Procura di Cremona sull’inchiesta ‘Last Bet’.

A chiudere la carrellata delle arringhe difensive saranno i legali dell’Atalanta, che rischia 7 punti di penalizzazione al via del prossimo campionato di Serie A, e dei giocatori bergamaschi Cristiano Doni e Thomas Manfredini (giunti a Roma insieme al presidente Percassi). Sulla testa del capitano della ‘Dea’ nerazzurra pesa una richiesta di squalifica di 3 anni e 6 mesi, mentre per il compagno di squadra
il procuratore capo Palazzi ha reclamato uno stop di 3 anni. Tra le societa’ deferite, poi spazio alle difese di Benevento
(rischia un handicap di partenza di 14 punti nel campionato 2011-12 e 30 mila euro di ammenda), Taranto (1 punto) e Virtus
Entella (4500 euro di ammenda, ma ha gia’ presentato una memoria difensiva).

Tra i tesserati poi, ancora da ascoltare la difesa
di Nicola Santoni (tecnico Ravenna, rischia 5 anni di squalifica piu’ preclusione), mentre non ci sara’ Massimo Erodiani (5 anni
di squalifica piu’ preclusione, e 8 anni in continuazione), titolare dell’agenzia di scommesse di Pescara dove giocava a
credito Marco Paoloni.

Proprio l’ex portiere di Cremonese e Benevento domani dovrebbe essere presente all’Hotel Parco dei
Principi di Roma (col consenso del gip di Cremona, Salvini) per difendersi assieme ai suoi legali dalle pesanti accuse di Palazzi che rischiano di costargli 5 anni di squalifica, la radiazione, e in piu’ altri 5 anni di stop in continuazione.

Le sue parole e quelle dei suoi legali saranno le ultime ascoltate dal collegio giudicante nella fase dibattimentale prima della
camera di consiglio e delle sentenze attese per l’inzio della prossima settimana.

Intanto, a margine del secondo giorno di dibattimento (in cui Deoma ha patteggiato 1 anno e 20 giorni, e si sono difesi tra
gli altri anche Bellavista e Gervasoni), ha preso la parola anche il presidente della Figc, Giancarlo Abete, che al termine
del Consiglio federale si e’ soffermato sul processo ancora in corso: “Il mio auspicio e’ che ci sia, come deve essere in ogni
sede di giustizia, un approfondimento di qualita’ sul versante dei contenuti, che ci sia un confronto delle tesi dell’accusa e
della difesa perche’ fino a sentenza passata in giudicato nessuno e’ colpevole. Noi siamo per un sistema di garanzia e non
per la giustizia sommaria”.

“Spero che ci sia una capacita’ degli organi di giustizia, nei vari gradi, di esprimere delle posizioni motivate – ha quindi aggiunto Abete -, che si arrivi a una decisione in tempi compatibili con quelli del nostro mondo. Ma penso che si possano tranquillamente approfondire le tesi e giudicare poi sulla base della documentazione esistente agli atti. Non e’ pensabile aspettare tempi e provvedimenti della
giustizia ordinaria”.