Carlo Pernat, il manager di Iannone: “Le donne sono come i cani…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Settembre 2016 - 12:15| Aggiornato il 22 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA
Carlo Pernat

Carlo Pernat

ROMA – Carlo Pernat, genovese, classe 1948, da una vita nel mondo delle moto, è attualmente il manager di Andrea Iannone, e nel passato ha lavorato con Valentino Rossi, Capirossi, Biagi e anche Simoncelli. Intervistato da Giuseppe Cruciani per il programma La Zanzara su Radio 24, Pernat confessa il suo amore per donne e casini: “Mi hanno proposto di fare una guida dei bordelli di tutto il mondo, ma non so se si può fare. Si va nei guai perché in Italia è vietato lo sfruttamento. Al posto delle forchette e dei cucchiai o delle stelle Michelin metterei le bocche e i sederi. E sarebbe anche una cosa simpatica”. “Il bordello – dice Pernat – ha un ruolo sociale, per esempio per i semiritenuti, così li chiamo io quelli che non trombano per un lungo periodo. Cioè tieni il seme ritenuto. E’ una salvezza per i timidi, e ce ne sono tanti, e anche per i matrimoni perché si imparano cose che magari con la moglie non fa. Si scatena sessualmente e fa felice la compagna che dovrebbe essere contenta. In giro c’è tanta ipocrisia, tutti ci vorrebbero andare. Con una guida salverei tanta gente”.

E quali sono i migliori, chiedono i conduttori?: “In testa metto la catena dei Babylon in Austria, duecento euro all’ora ma ti diverti parecchio. Poi c’è l’Australia, il Penthouse di Sidney. In Malesia pure ce ne sono di bellissimi, fanno certi lavoretti pure a quattro mani. Con i soldi che ho speso in puttane potevo comprarmi un’altra bella casa dove portare qualche bambina. Ma una ce l’ho già”. “In tutto – racconta ancora – sarò stato con un migliaio di donne. Vorrei morire in un bordello, sopra due donne. Delle volte mi sono anche innamorato di alcune prostitute, ci sono delle sudamericane che sono venute a casa mia. Non volevano più andare via”. Altro episodio: “Una volta un giornalista ha pagato per rimanere seduto su una sedia e vedere che scopavo. Ha pagato lui, era contento. Anch’io: sono genovese”. “Nei weekend di motomondiale – dice il manager – è pieno di gente che va nei bordelli. Pieno. Non bisogna essere ipocriti. Io li chiamo troiodromi.

Nel motomondiale i circuiti più caldi sono in Spagna, a Jerez, dove c’è un locale stupendo, il Don Tinco, poi anche Barcellona con il Riviera e il President, e poi la Repubblica Ceca a Brno, dove ci sono il velvet e il Moulin Rouge, dove però si sono fatte furbe e costano. E dico alla gente: andate in Austria che è più economico”. E delle donne che pensi?: “Le donne sono come i cani. Quando parli sembra che ti capiscono, ma non ti capiscono mai. Noi non possiamo vivere senza le donne, ma è difficile. E poi o sono sante o sono troie, si dividono in due categorie. Noi uomini con una ragazza dal 6 in su non ci pensiamo due volte, ci va bene tutto.

La donna italiana vuole un uomo ricco o Rocco, non si scappa. E dico anche: del maiale si tiene tutto, di una maiala solo il numero di telefono”. Ma esistono gay tra i piloti del motomondiale?: “Gay? Tra i piloti delle moto non ci sono. Assolutamente no. E’ un mondo che respinge i gay, non può esistere un omosessuale. Un gay può andare con moto più dolci, quelle a tre ruote. Ma con le moto veloci no. Qui bisogna essere cattivi, duri, veloci, bisogna avere un cervello di un certo tipo. Non si può essere effeminati”