
Conte e la vittoria dello scudetto col Napoli: "Il più difficile della mia carriera" (foto ANSA) - Blitz quotidiano
Sono le 22:50 quando esplode la gioia. Il Napoli è campione d’Italia. Antonio Conte, squalificato e relegato in un box, vive la partita con tensione e intensità. Poi, il gol di Lukaku: la diga emotiva crolla. Applausi, abbracci, mani contro i vetri. I suoi “fantastici soldati” lo hanno seguito fino alla gloria. Conte esulta: “È il mio capolavoro, l’impresa più difficile”. Il Napoli, reduce da una stagione chiusa al decimo posto, torna sul trono dopo una rincorsa faticosa e trionfale. Il comandante è arrivato e ha vinto al primo tentativo: è il quinto scudetto italiano della sua carriera.
L’uomo sotto pressione
Conte e la pressione sono amici intimi. È nel rumore, nell’attesa di un errore, che lui si esalta. Dopo il pareggio col Parma, le condizioni si sono fatte ideali: tensione, sfida diretta, sorpassi. Per ventidue giornate il Napoli ha comandato la Serie A, poi il rallentamento, la paura, la rimonta. Ma il tecnico salentino non molla mai. L’urlo del Maradona che scandisce il suo nome lo commuove, lo espone, lo umanizza. Non è solo strategia, è una battaglia di nervi, di grinta, di convinzione. E Napoli lo incorona: Conte è il condottiero capace di trasformare l’ossessione in realtà.
Vittoria e destino
Il tricolore a Napoli non è solo una vittoria sportiva, ma un riscatto culturale. Conte lo sa, lo sente, lo vive. Dopo il fischio finale si scioglie, abbraccia tutti, compresi De Laurentiis e i tifosi, che ora sperano in una sua permanenza. “Io e il presidente siamo due vincenti, forse diversi”, dice lui. La Champions è la prossima sfida. Ma per ora c’è una notte da re da vivere. Una notte magica. Ha spremuto i suoi ragazzi fino all’anima, ma li ha resi invincibili. Perché, come ama dire: “Chi vince fa la storia, gli altri possono solo leggerla”.