Evasione fiscale, Cristiano Ronaldo rischia 7 anni: "Qui solo per il mio nome" Evasione fiscale, Cristiano Ronaldo rischia 7 anni: "Qui solo per il mio nome"

Evasione fiscale, Cristiano Ronaldo rischia 7 anni: “Qui solo per il mio nome”

Evasione fiscale, Cristiano Ronaldo rischia 7 anni: "Qui solo per il mio nome"
Evasione fiscale, Cristiano Ronaldo rischia 7 anni: “Qui solo per il mio nome”

ROMA – “Se non mi chiamassi Cristiano Ronaldo non sarei qui”. Così, secondo quanto appreso dal quotidiano spagnolo Marca, la star portoghese del Real Madrid si sarebbe rivolta al giudice istruttore del tribunale di Pozuelo de Alarcon nel corso del suo interrogatorio avvenuto questa mattina.

CR7, imputato per una presunta evasione fiscale di 14,7 milioni di euro, è stato ascoltato per un’ora e mezza e al termine dell’interrogatorio ha lasciato il tribunale in auto passando direttamente dal garage e senza quindi rilasciare dichiarazioni alla folla di giornalisti che lo attendeva.

Al giocatore che avrebbe sostenuto di essere finito nei guai solo a causa della sua popolarità, il giudice avrebbe risposto:

“Non si confonda, come lei si sono sedute qui altre persone anonime. Lei è perseguito e indagato per un presunto reato fiscale in base alle prove fornite dall’accusa e sulle quali sarà la giustizia a decidere”. Il giocatore però avrebbe insistito: “No, tutto questo succede perché io sono Cristiano Ronaldo”. La star portoghese del Real Madrid è stata torchiata per 90 minuti dal giudice istruttore madrileno Monica Gomez Ferrer. Un incontro cruciale per ‘CR7’. La magistrata dovrà decidere se rinviarlo a giudizio o archiviare. Se ci sarà processo il capitano del Portogallo campione d’Europa rischia una condanna fino a 7 anni di carcere, che potrebbe essere ridotta pero’ con le attenuanti a 21 mesi.

Nel comunicato, CR7 si difende dalle accuse sostenendo di non avere “mai nascosto nulla” e assicurando che “il fisco spagnolo conosce nel dettaglio tutti i miei redditi. Ritengo – ha aggiunto – che dobbiamo tutti dichiarare e pagare le tasse”. La Procura di Madrid non è dello stesso parere. L’accusa parla di quattro reati fiscali e di avere dirottato circa 150 milioni di introiti pubblicitari dopo il passaggio dal Manchester United al Real fra il 2011 e il 2014, attraverso una rete di imprese in Irlanda e nel paradiso fiscale delle Isole Vergini Britanniche, eludendo il pagamento di 14,7 milioni al fisco spagnolo.

In una vicenda analoga, ma per ‘soli’ 4,2 milioni, Leo Messi è stato condannato l’anno scorso a 21 mesi di carcere, poi commutati in multa.

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