Rivoluzione al Giro di Romandia: lo spagnolo della Movistar Marc Soler, 28 anni, ha vinto tappa e maglia da leader. Ha saputo cogliere l’attimo nel momento in cui il gruppetto in fuga, mostrava indecisioni. Ha detronizzato l’australiano Rohan Dennis del team Ineos, caduto sull’asfalto inzuppato d’acqua.
Soler forse non lo sapeva nel momento in cui – a 10,3 km dall’arrivo – è partito secco uscendo dal gruppo dei migliori, poco prima della vetta dell’ultima asperità. Ha scollinato con una trentina di secondi di vantaggio e non l’hanno più ripreso. Soler si è tuffato nella discesa con molto coraggio ed ammirevole tecnica, mantenendo un rassicurante, ancorché minimo, vantaggio.
È arrivato al traguardo in solitaria, braccia al cielo e – polemicamente – ha portato il dito sulle labbra per “zittire“ i suoi detrattori.
Secondo è arrivato Cort Magnus che ha regolato in volata Sagan (terzo) e Colbrelli (quarto).
Bene gli italiani in una tappa d’altri tempi, flagellata da pioggia e freddo . Due azzurri nella top ten: Colbrelli e Ulissi .
Il bresciano,vincitore della seconda tappa, è stato sfortunato. A 70 metri dal traguardo, mente stava aprendo il gas, ha avuto un salto di catena che l’ha costretto ad accontentarsi del quarto posto. Lo stesso che ha ora in classifica generale. Tranquillo Filippo Ganna, sorridente all’arrivo. Nella norma gli altri. In evidenza Masnada con alcuni strappi per fare selezione.
Altra tappa del giro mossa
Con numerosi saliscendi. Un tracciato disegnato attorno alla città di Estavayer. E sette GPM, tutti di terza categoria.
La corsa si è svolta interamente nel Canton Friburgo ( francofono ), Svizzera occidentale. Attorno ad un comune di nemmeno 10mila abitanti che ha però lo status di città. Il circuito conclusivo è stato ripetuto tre volte con la presenza di due GPM; il primo (Charles ) – di 1,8 km con picchi di pendenza al 15% – insidioso; il secondo ( Les Granges ) più lungo di circa un chilometro e più pedalabile, come si è visto. Dopo lo scollinamento una “ picchiata “ di una decina di km fino all’arrivo. Soler l’ha fatta da manuale.
Domani – primo maggio – la tappa regina
La quarta tappa, è la più dura. Anche per le proibitive condizioni meteo. Da Sion all’arrivo in quota alla stazione sciistica di Thyon 2000. Poi domenica la conclusione a Friburgo con una cronometro in città.
È la tappa regina. La penultima del Giro. Una tappa di 176 km con 5 GPM tre dei quali di prima categoria. Gli organizzatori, visto il meteo, hanno deciso di anticipare la corsa di due ore. L’arrivo – previsto intorno alle ore 15 – a quota 2.000 a Thyon, stazione piccola ma moderna non lontana dal capoluogo Sion. Una cperla con 90 impianti di risalita e 400 km di piste. Gran finale a Friburgo, la capitale dell’omonima regione della Svizzera occidentale, con una cronometro di 16 chilometri. Atteso Filippo Ganna in cerca della migliore condizione per 4.000 metri di dislivello il Giro d’Italia ( partenza sabato 8 maggio da Torino ).