Inter più forte di Juventus e arbitro: trionfo 3-1 in rimonta

di Emiliano Condò
Pubblicato il 3 Novembre 2012 - 22:57| Aggiornato il 4 Novembre 2012 OLTRE 6 MESI FA
L’esultanza di Diego Milito

TORINO – Un trionfo sotto tutti i punti di i vista. L’Inter vince dove nessuno osava vincere, vince impedendo alla Juve di raggiungere le 50 partite senza sconfitte, vince in rimonta e con il gioco, vince nonostante il primo gol della Juventus sia viziato da un fuorigioco netto, vince nonostante i troppi errori dell’arbitro.

Allo Juventus stadium, insomma, sabato sera succede quello che non ti aspetti: l’Inter di Stramaccioni è diventata grande a tutti gli effetti. Perché quella di Torino è la nona vittoria consecutiva e arriva con un 3-1 indiscutibile, frutto di un secondo tempo perfetto giocato quando c’erano invece tutte le condizioni per il crollo nervoso. La Juve, e questa è una notizia, per la prima volta in un anno e mezzo è costretta a leccarsi le ferite e chiedersi cosa sia successo.

Eppure la partita, per i bianconeri, era iniziata in modo perfetto: neppure un minuto di gioco e Vidal appoggia in gol da posizione facile facile. Qualcosa però non torna: Asamoah parte in fuorigioco di mezzo metro. Tagliavento non vede, il guardalinee neppure e il gol viene convalidato. A quel punto l’Inter vacilla e rischia di prendere il raddoppio ma Handanovic salva in un paio di occasioni. Ci sarebbe anche un fuorigioco fischiato a Giovinco molto discutibile: ma per gli arbitri non è proprio giornata.

La partita può cambiare al 35′ del primo tempo: Lichtsteiner, appena ammonito per un fallo su Cambiasso, commette un altro fallo scalciando da terra un avversario. Ancora una volta l’arbitro non vede. Vede, invece dalla tribuna Conte: a “espellere” Lichtsteiner è lui. Con una non trascurabile differenza: al posto del terzino entra Caceres.

Insomma nello spogliatoio l’Inter avrebbe di che piangersi addosso. Invece no: Stramaccioni e i suoi trasformano la rabbia in energia e l’Inter nel secondo tempo è trasfigurata,  una squadra grande come non si vedeva da qualche anno. E la Juve, lentamente, scompare dal campo.

Per il pareggio serve un calcio di rigore: Marchisio trattiene Milito. Stavolta Tagliavento vede e indica il dischetto dove è lo stesso Milito a battere Buffon. A quel punto cambia la storia: l’Inter diventa padrona del campo fino al 2-1, targato ancora Milito. Qui a indovinare la mossa è Stramaccioni che toglie Cassano inserendo Guarin. Ed è di Guarin il tiro respinto da Buffon su cui Milito mette il tap in del vantaggio.

Conte, che ha perso Vucinic nell’intervallo, a quel punto inserisce la terza punta, Quagliarella per Caceres. Ma la Juve non ne ha più e a due minuti dalla fine è Palacio a chiudere la partita e a riaprire il campionato.

L’Inter si scopre improvvisamente grande, è a un solo punto dalla Juve. Soprattutto la Juve non è più imbattibile, nonostante un arbitraggio non proprio ostile e comunque non all’altezza. Alla fine Stramaccioni si gode la vittoria e non risparmia stilettate: “Sento sempre sul campo, sul campo, sul campo. Oggi abbiamo vinto sul campo. E questo mi basta”.