La Roma si gioca due scudetti

Pubblicato il 17 Giugno 2010 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA

Fu festa doppia: vinsero i Giovanissimi di un più giovane Alberto De Rossi, che da lì iniziò la scalata fino alla Primavera, e aspettarono il giorno dopo, gli Allievi di Mauro Bencivenga, che oggi affianca Damiano Tommasi in un progetto di scuole calcio in Cina. In quelle due squadre che vinsero contro Cesena e Padova, tante stelline che oggi sono diventati fior fior di professionisti: Ferronetti, Aquilani, Galasso, Corvia tra i Giovanissimi; Zotti, Bovo, Lanzaro, Bonanni, Scarlato, D’Agostino e Tulli (con Amelia quella volta in panchina) tra gli Allievi. Stavolta l’appuntamento è a Montepulciano, stadio Bonelli. La Roma si ripresenta al grande appuntamento delle finali con entrambe le squadre e un mucchio di ragazzi interessantissimi. Per gli Allievi di Stramaccioni c’è la Juventus, mentre il Milan aspetta i Giovanissimi del deb Montella. E che deb: si gioca uno scudetto al primo colpo, dividendosi tra il ruolo di tecnico e il corso di seconda categoria a Coverciano. Due finali di cartello che chiudono nel modo migliore la final eight toscana ricca di novità anche dal punto di vista organizzativo per il Settore giovanile e scolastico della Figc: cliccatissimo il sito nuovo di zecca con la novità degli highlights delle partite curati dall’Ufficio comunicazione. Il trionfo di Catania è qualcosa che questi ragazzi possono ricordare a malapena: gli Allievi avevano sei anni, i Giovanissimi quattro. E’ impressionante come sembri già storia. Una carica in più arriva dalle parole di Gaetano D’Agostino e Alberto Aquilani, protagonisti di quella doppietta, oggi uno a Firenze, l’altro a Liverpool. Arrivati. Come possono provare ad arrivare i ragazzi di Stramaccioni e Montella.

Stramaccioni e i «puffi atomici» Brilla la stella di Verre “Pizarro”
Stramaccio­ni scherzando li chiama i « puffi atomici » . Sono i suoi ragazzi, che quest’anno hanno vinto il torneo Arco di Trento, hanno stradomina­to il campionato e queste finali. E che ora possono coronare un sogno.

« Se siamo qui è per provarci » af­ferma il tecnico. I puffi atomici so­no pieni di estro, tecnica, entusia­smo. La stazza, la fisicità, non sono il loro forte, ma per fortuna il cal­cio è fatto anche di altro. Ed è l’al­tro quel che piace . Prendete Vale­rio Verre: un anno sotto età, è un ‘94 e ha la responsabilità di far gi­rare la squadra. E’ il Pizarro di Stramaccioni, per lui erano suona­te anche sirene inglesi, ma è stato tutto sistemato. Quando è arrivato alla Roma faceva il trequartista, poi Stramaccioni ha lavorato con lui su questo ruolo in cui è riuscito a consacrarsi balzando all’attenzio­ne della critica.

E pensare che a questa squadra manca Sabelli, l’esterno destro di cui parla tutta Italia e che si è rot­to il piede prima delle finali: Barba è un mancino adattato a destra. Al­la finale la Roma arriva anche con il dubbio Piscitella: la sua rapidità, il suo talento, sarebbero tornati molto utili ma è reduce da un inci­dente d’auto ed è probabile che non possa essere rischiato dal primo minuto: farà un tentativo oggi pri­ma delle finale per vedere come va, altrimenti nel tridente d’attacco è pronto a giocare a destra Politano. Alla Roma di Stramaccioni tutti gli operatori accreditano la forza del gruppo al di là delle individua­lità che la squadra può mettere in mostra. Anche il portiere Pigliacel­li è stato protagonista di una stagio­ne importante. Ma oggi il passato non conterà più. Conterà battere la Juve e cucirsi lo scudetto sul petto: scudetto che manca da quel 1999.

Lucatelli-Ferri Fedeli, ecco il tridente di Montella per volare sullo scudetto
Volava da giocatore, vuole provare a vola­re anche da tecnico. Vincenzo Montella da tecnico deb ha vinto già una primissima edizione del Viareggio per la categoria Gio­vanissimi. E ora si cimenta con lo scudetto con l’aria scanzonata che gli viene dalle sue origini partenopee e dall’esperienza.

«Lasciamoli tranquilli questi ra­gazzi », sorride al telefono men­tre esce dal corso di seconda ca­tegoria a Coverciano. E’ norma­le che con Montella in panchina la star rischia di essere ancora lui. Ma i suoi ragazzotti la ribal­ta la meritano eccome. Perilli è un portiere interessantissimo, Romagnoli un difensore centra­le elegante, fisico, di quelli che quando si muove, quando esce palla al piede, si fa notare. E che dire di Catania, mediano tecni­co, ordinato. Fino ad arrivare al tridente offensivo ( anche lui fa il 4-3-3) in cui ti puoi sbizzarrire: Lucatelli e Fedeli sono due esterni di tutto rispetto, Ferri ha qualità e poi ci sono alternative valide come Teti, lo stesso Ana­stasio che fa il terzino e che può giocare in posizione avanzata.

In questa categoria la Roma ha vinto il suo ultimo scudetto nel 2006- 2007, con Stramaccioni in panchina. Tre stagioni dopo ci può riprovare e se undici anni fa, furono i Giovanissimi di Alberto De Rossi ad aprire la strada agli Allievi, quest’anno dovrà acca­dere il contrario. Cominceranno alle 17 gli Allievi contro la Juve, supplementari e rigori in caso di parità e a seguire i Giovanissimi contro il Milan. Montella ci pro­va. I suo ragazzi lo guardano e magari stavolta vogliono farlo volare loro. Per prendere lo scu­detto.

E’ De Silvestro la star: tre anni fa era a Trigoria…
La Juve non vince lo scu­detto Allievi dal 2005-2006, E torna a recitare un ruolo da protagonista in questa categoria con il gruppo che a livello Gio­vanissimi aveva vinto il Mondiale Nike. Innegabi­le che la stella bianconera sia in assoluto il miglior giocatore della categoria, stando anche all’interesse mostrato da club anche stranieri in questi giorni toscani: parliamo di Elio De Silvestro. Che storia la sua: tre anni era a Trigo­ria ad allenarsi, pratica­mente preso ma non anco­ra: arrivò la Juve e con un colpo di mano se lo portò via. E’ un mancino che ha velocità impressionante, senso del gol assoluto (giocando da punta ester­na ha segnato 25 gol in campionato), batte le pu­nizioni. Come talento sembra di aver rimesso in casa un Del Piero. Certo, non ha contratto e questo è un rischio. Bravi anche gli esterni di difesa: a sini­stra Liviero dà tantissima spinta, a destra Carfora è un marcatore arcigno, to­stissimo da superare.

Le geometrie di Cristante con l’estro di Claveria
Sono diciannove anni che il Milan non vince uno scudetto Giovanis­simi. La fame di vitto­ria farà la sua parte og­gi e la Roma lo sa. Il gruppo rossonero è in­teressante ed ha quali­tà. Bryan Cristante è il mediano basso che ab­bina forza fisica e mez­zi tecnici: un centro­campista abile nelle due fasi, sicuramente il talento più interessan­te del gruppo. Ma non l’unico. Perché Lucari­ni, il gigante che recita il ruolo di difensore centrale in coppia con Lecchi, si fa molto ap­prezzare per il suo sen­so della posizione, per la capacità in anticipo, per la forza che espri­me e per la personalità con cui guida tutto il reparto. Petagna è il terminale offensivo ar­rivato quest’anno, bra­vo anche a far giocare gli altri. E l’estro è tut­to nei piedi dell’argen­tino Claveria, che par­te da sinistra nel 4- 2- 3-1 e sa rendersi protago­nista di grandi giocate.