Mancini: “La Premier il miglior campionato. In Italia contano solo le polemiche”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Agosto 2013 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA
Mancini: "La Premier il miglior campionato. In Italia contano solo le polemiche"

Mancini: “La Premier il miglior campionato. In Italia contano solo le polemiche” (foto LaPresse)

ROMA – Roberto Mancini, uno dei “disoccupati” di successo del calcio europeo, torna a parlare e lo fa a trecentosessanta gradi. Dalla Premier League passando per la Roma fino al razzismo negli stadi. Ecco uno stralcio dell’intervista rilasciata dal tecnico di Jesi al Messaggero.

“Sono orgoglioso di aver lavorato in Inghilterra. Lì si fa il miglior calcio del mondo. Cosa lo rende tale? Semplice: ci sono i giocatori più bravi, gli stadi migliori, il pubblico più bello, pronto a riempire un impianto anche durante una semplice amichevole. Si pensa al divertimento, non ci sono polemiche, ci si allena, si gioca e finisce tutto lì. Tutte questo lo rende il migliore, insomma”.

Anche per voi è più facile lavorare. “Sì. In Premier è esagerata solo la ricerca del gossip, la caccia al pettegolezzo. Ma da un punto di vista tecnico c’è molto rispetto per calciatori e allenatori da parte di chi fa informazione. Nessuno ti insulta per una cosa che fai o se perdi una partita”.

L’Italia è indietro di 25 anni, sostiene De Rossi. “Non so se siano 25, 30, 10, di sicuro manca qualcosa. Ma è anche vero che in Italia è difficile cambiare, anzi penso che alla fine non si cambierà mai”.

Questo è l’aspetto esteriore. Parliamo degli stadi? “Anche qui siamo indietro. La Germania, ad esempio, è ripartita da questo aspetto. E ora la Bundesliga è tornato ad essere un campionato competitivo. Gli stadi portano soldi, quindi investimenti. In giro per il mondo da un po’ c’è il contributo di investitori stranieri, in Italia si è cominciato da poco”.

Alla Roma sarebbe andato? “Storia vecchia. Non c’è mai stato nulla, però faccio l’allenatore e quindi avrei valutato tutto, anche la Roma, che come organico mi intriga particolarmente”.

Sacchi sostiene che da noi il problema sono i troppi stranieri. “Sono in parte d’accordo. Però dico anche che se uno è bravo emerge lo stesso e io ho visto tanti italiani crescere con il loro aiuto. Il discorso degli stranieri si fa da quando giocavo, poi ti accorgi che dall’82 ad oggi l’Italia vince due mondiali e gioca due finali. Quindi, nonostante certi problemi, i risultati sono arrivati”.

C’è anche chi sostiene che il problema sia la mancanza della cultura della sconfitta. “In Italia, se un allenatore non vince, viene cacciato, e per evitare questo si appoggia a calciatori di esperienza e quasi mai ai ragazzi più giovani. Ecco, questo è un problema. Ma torniamo al discorso della mentalità difficile da cambiare”.

Totti, Di Natale, i migliori sono ultra trentenni. “Una bella generazione, ma prima di rivederne un’altra ci vuole pazienza. Ma in Italia ci sono diversi calciatori bravi, vedi El Shaarawy, Insigne”.

Balotelli. “Mario è fortissimo, ormai è un calciatore affermato”.

Sempre alle prese con gli insulti razzisti. “Non deve dargli peso. In Inghilterra non aveva questo tipo di problemi”.

Moratti si sta staccando dall’Inter. Che effetto le fa. “Mi dispiace molto perché so quanto sia legato il presidente alla sua creatura. Ma conoscendolo dico anche che questa è una scelta che Moratti prende per il bene dell’Inter. Ha sempre agito con questi propositi”.