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Mondiali Qatar, altra “tegola” dopo i morti per gli stadi: “Omosessualità è danno psichico”

A meno di due settimane dal via dei Mondiali in Qatar, non si spengono le polemiche. Non bastavano i morti, migliaia di lavoratori migranti, ora arrivano anche le parole dell’ambasciatore del calcio qatariota, Khalid Salman, che ha definito l’omosessualità un “danno psichico”, nel corso di un’intervista rilasciata alla emittente televisiva tedesca Zdf. Il colloquio, anticipato da alcuni media e dalla stessa tv, andrà in onda stasera alle 20.15, nell’ambito di un documentario sul “Qatar segreto”.

Omosessualità, le parole dell’ambasciatore dei Mondiali in Qatar

“Durante i mondiali di calcio arriveranno molte cose nel nostro Paese. Parliamo dei gay – ha detto Salman -. La cosa più importante è la seguente: tutti accetteranno che vengano nel nostro Paese. Ma loro dovranno accettare le nostre regole“. Nella sua prospettiva, l’omosessualità “è un danno psichico”. 

Salman ha anche detto che essere gay è “haram”, o proibito in arabo, e che ha un problema con i bambini che vedono persone gay. L’intervista è stata subito interrotta dal portavoce del comitato organizzativo dei Mondiali. 

Circa 1,2 milioni di visitatori internazionali sono attesi in Qatar per il torneo, che ha affrontato critiche e scetticismo da quando l’emirato è stato selezionato come ospite dalla FIFA nel dicembre 2010. Preoccupazioni anche per il trattamento riservato agli omosessuali che vivono nel Paese sono espressi da tempo anche dai turisti LGBTQ che parteciperanno ai Mondiali. 

Le polemiche sui Mondiali

Tra i vari scandali che hanno coinvolto il Mondiale c’è anche lo sfruttamento degli operai, costretti ad essere umiliati dai datori di lavoro; le morti sul lavoro che la FIFA ha smentito ma varie organizzazioni umanitarie come Amnesty hanno ammesso che i morti sul lavoro sono ben più alte di quelle comunicate dal massimo organismo del calcio. Questo Mondiale passerà alla storia per le sue tantissime controversie e, a salvo colpi di scena, potrà essere quello meno sentito dalle tifoserie.
 

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