José Altafini (Foto Ansa)
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, José Altafini si presenta con l’energia intatta di un “giovanotto di 87 anni”, sempre pronto alla battuta e con il talento rimasto immutato nel tempo. “Sono qua, Napoli-Juventus è per me”, dice, rievocando quel legame profondo con la sfida che ha segnato la sua carriera. Napoli-Juve per lui è un passato che ritorna a ogni incrocio, un settennato negli anni Sessanta fatto di sogni, emozioni e dell’etichetta di core ’ngrato: “Se vuole, guardi, possiamo ancora parlare di quella definizione, core ‘ngrato, che mi accompagna da una vita”. Un’etichetta alla quale ormai si è abituato: “A quella etichetta ho fatto ormai l’abitudine. Ma io ho tante altre cose belle di Napoli da raccontare”.
La sfida di oggi, spiega, “certo che sì” è la solita Napoli-Juve, “partita per uomini forti”, segnata da assenze pesanti da entrambe le parti. Il fattore campo? “Conosco bene il calore… ha un peso. Ma non decisivo”. Tra i protagonisti immaginati, sceglie Hojlund e Conceição per la Juve, mentre rimpiange l’assenza di Anguissa nel Napoli. Su Conte e Spalletti è netto: “Per Conte sono i risultati che parlano”, mentre l’ex tecnico del Napoli “ha riportato il titolo dopo 33 anni”. Sull’infinita serie di infortuni, non ha dubbi: “Se insistiamo a fare giocare partite ogni santo giorno, è inevitabile”. E alla Juve decimata scherza: “Vabbè, giocherà difesa e contropiede”-
