La sciatrice Denise Karbon, indagata per frode fiscale, ha addossato la responsabilità ad un’agenzia che gestisce gli sponsor: ”Per la gestione delle sponsorizzazioni sono stata consigliata di affidarmi ad un’agenzia del settore, che già aveva in gestione altri atleti. Mi sono affidata totalmente a questa agenzia. Resami conto che la gestione non era trasparente ho revocato il mandato e provveduto a regolarizzare la mia posizione”.
La Guardia di finanza starebbe indagando su somme già depositate su conti bancari esteri da un intermediario altoatesino, che si ipotizza riconducibili alla sciatrice azzurra, e poi rientrate in Italia. Karbon ha inoltre precisato: ”Tutti i miei compensi vengono dichiarati e tassati in Italia”.
Nella vicenda, al momento c’è una sola certezza: che la sciatrice trentenne ha aderito allo “scudo fiscale” voluto dal governo Belusconi per riportare in Italia il denaro (si tratta, secondo quanto appurato dagli inquirenti, prevalentemente di soldi incassati dalle sponsorizzazioni) depositato in conti all’estero. La scelta di avvalersi dello scudo in teoria avrebbe dovuto mettere l’atleta al riparo dalla contestazione di possibili reati tributari.
Oltre a essere una sciatrice della nazionale femminile, la Karbon fa parte guarda caso proprio del corpo delle Fiamme Gialle.