Serie A, Genoa-Milan a porte chiuse

Pubblicato il 9 Maggio 2010 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA

Stadio vuoto

Alla fine il prefetto ha deciso di non correre rischi: Genoa-Milan è una partita troppo pericolosa per la rivalità tra le due tifoserie a 15 anni dalla morte del genoano Vincenzo Spagnolo e domani si giocherà a porte chiuse.

Il colpo di scena al termine di una giornata in cui a Genova si sono susseguite le riunioni dei responsabili dell’ordine pubblico. Quando ormai si pensava che il match sarebbe andato in scena regolarmente, con 371 tifosi del Milan attesi allo stadio Ferraris, il prefetto Francesco Musolino ha firmato un’ordinanza in base all’articolo 2 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, disponendo la disputa dell’incontro a porte chiuse. Ragioni di ordine e sicurezza pubblica, questa la motivazione. Evidentemente nelle ultime ore erano aumentati i segnali di rischio legati alla partita. Negli ultimi giorni diverse voci, anche istituzionali, avevano espresso preoccupazione per la sfida tra Genoa e Milan, che per i rossoneri serve a confermare il terzo posto in classifica e l’accesso diretto alla Champions League. Per tutto il giorno si è discusso degli ultimi dettagli del dispositivo di sicurezza messo a punto, che prevede un massiccio spiegamento di forze. Diverse centinaia gli uomini a disposizione del questore Filippo Piritore per un match ad alto rischio. Tra i momenti critici della giornata di domani, che avrebbe dovuto vedere l’arrivo dei tifosi rossoneri dopo 15 anni (tanti ne sono trascorsi dall’uccisione del supporter del Genoa, accoltellato da un milanista), c’era anche un corteo rossoblù non autorizzato, volto a creare difficoltà per l’accesso dei milanisti allo stadio. Il padre di Spagnolo, Cosimo, aveva rinnovato l’appello a “non creare tensioni, violenze, non fare provocazioni e non accettarne”. “Chi amava Vincenzo – afferma – dica no alla violenza”. Il sindaco di Genova Marta Vincenzi aveva espresso stupore per la mancata risposta del ministro Roberto Maroni alla sua lettera in cui chiedeva di rivedere la decisione dell’Osservatorio (permettere la trasferta ai milanisti). Anche il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando aveva parlato di “un errore, una grave imprudenza anche da parte del ministro Maroni. Non si può pensare di superare una situazione aperta da 15 anni in pochi giorni, con una scelta improvvisa”. In tarda serata la decisione del prefetto che ha stabilito di far disputare il match a porte chiuse. Sul piano sportivo l’ultima rifinitura al Signorini di Pegli, oltre ai soliti assenti, ha regalato ancora dubbi a Gian Piero Gasperini. A tenere sulle spine il tecnico genoano sono le condizioni di Omar Milanetto. Il cervello del centrocampo rossoblù infatti ha un affaticamento muscolare e oggi ha svolto una seduta leggera. Se non fosse in grado di scendere in campo andrebbe ad aggiungersi agli altri assenti Dainelli, Jankovic, Kharja, Moretti e Rossi. Una situazione che si trascina ormai da tempo e che domani vedrà almeno il rientro degli squalificati Bocchetti e Palacio, assenti nell’ultima di campionato a Bari. Considerando gli ormai consueti problemi di formazione, in particolare nel reparto arretrato, Gasperini ha convocato anche due giovani della primavera, i difensori Polenta e Terigi.

Venti i giocatori convocati con il rientro a pieno titolo di David Suazo, che potrebbe scendere in campo sin dal primo minuto e proprio con la squadra contro cui aveva giocato la sua prima partita con il Genoa.