Protesi seno “marce”: rischio rottura Pip supera il 33%

Pubblicato il 18 Aprile 2012 - 13:57 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Una protesi mammaria di tipo Pip su tre rischia di rompersi, una percentuale piu' alta rispetto a quanto ipotizzato dagli esperti in precedenza. Lo afferma uno studio britannico pubblicato dal Journal of Plastic, Reconstructive and Aesthetic Surgery, il primo ad utilizzare gli ultrasuoni per l'analisi.

La ricerca ha riguardato un campione di 453 pazienti che hanno avuto l'impianto tra sette e dodici anni fa. Il tasso di rotture risultante dall'analisi con ultrasuoni e' compreso tra il 15,9 e il 33,8%.

"Studi precedenti, che utilizzavano solo l'esame fisico delle protesi, avevano riportato rotture tra il 2 e il 5% dei casi – spiega Miles Berry, uno degli autori dello studio – data la facilita' alla rottura e l'incertezza sulla natura del gel usato per le protesi, tutti gli impianti Pip dovrebbero essere rimossi, anche perche' abbiamo studiato una piccola parte delle 40 mila donne che li hanno ricevuti solo in Gran Bretagna".

Nel mondo sono 400 mila le protesi prodotte dall'azienda francese Pip che sono risultate di pessima qualita', di cui circa 4300 in Italia. Secondo le prime analisi effettuate, il gel contenuto nelle protesi era un miscuglio di prodotti chimici industriali, mai testati clinicamente per i loro effetti sull'organismo, tra cui anche un additivo per carburanti e due prodotti utilizzati nell'industria del caucciu'.

Le protesi dell'azienda francese Poly Implant Prothese (Pip) sono finite sotto accusa in Francia nel marzo 2010 – con il conseguente stop alla produzione iniziata nel 2001 – poiche' composte da materiali non corrispondenti agli standard e per questo sono state ritirate dal mercato italiano dal 2010.