Scaricare film dal web dopo Megaupload: ecco cosa usano in rete

Pubblicato il 9 Marzo 2012 - 20:46 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Morto un megaupload se ne fa un altro. O meglio, con il suo fondatore in carcere in Nuova Zelanda, con il sito chiuso e con gli Stati Uniti che non vedono l’ora di ottenere l’estradizione i paladini del Copyirght sembrano aver vinto una battaglia importante contro i pirati. Sembrano, appunto. Perché le cose non stanno esattamente così.

E’ vero che dopo Megaupload i siti “tradizionali” per scaricare file gratis hanno chiuso in massa. E’ vero che c’è paura e che chi questi siti li teneva, come l’italiano Ddlfantasy.net, nell’annunciare la chiusura denuncia un clima di “caccia alle streghe”. E’ però altrettanto vero, come racconta Repubblica in un lungo articolo dettagliato sul tema che per fermare utenti e pirati serve altro.

Lo conferma un esperto del settore, Andrea Monti, che al quotidiano spiega: “Queste azioni non bastano certo a frenare il fenomeno degli utenti che vogliono scaricare gratis. Ci sarà un semplice travaso di pubblico dai siti defunti a sistemi che è impossibile tracciare o bloccare”.

Quali? Le alternative sono essenzialmente due. La prima si chiama Retroshare e si serve della crittografia. Si crea una propria rete personale che si allarga progressivamente usando contatti sicuri. Possibile, però, scaricare anche da “amici da amici”. Spiega Monti che il sistema è non oscurabile a meno di non proibire la crittografia, ovvero bloccare tutte le operazioni bancarie del mondo.

In crescita c’è anche Tribler, un client bit torrent che non ha bisogno di un motore di ricerca esterno. Repubblica lo descrive così: “Tribler, per esempio, è un servizio decentralizzato, anche se non anonimo, che sta diventando popolare. L’hanno scaricato 180 mila persone nell’ultimo mese. E’ un client Bittorrent che non ha bisogno di un motore di ricerca separato. I motori (tipo The Pirate Bay) sono il punto debole delle reti torrent, visto che la giurisprudenza si sta orientando a considerarli facilitatori della pirateria. Vengono chiusi o denunciati per i loro “indici”, che consentono agli utenti di trovare i file”.