“Un posto al sole” festeggia 3000 puntate, nessuno ci avrebbe scommesso

Pubblicato il 9 Aprile 2010 - 15:27 OLTRE 6 MESI FA

“Un posto al sole” festeggia oggi la puntata numero 3000. La soap opera più longeva d’Italia, girata e prodotta interamente nel nostro paese, festeggia 14 anni forte di una audience che ha premiato un progetto, quello di Gianni Minoli, su cui nessuno all’inizio avrebbe scommesso.

Invece eccole qui le beghe, gli amori e la vita dei protagonisti di Palazzo Palladini a Napoli, il set di un telefilm che con la puntata delle 20.40 su Raitre raggiungerà un importante traguardo.

“Un posto al sole” nasce nel 1996 quando il centro di produzione Rai di Napoli era a rischio chiusura e l’allora direttore di Rai 3, Minoli appunto,  pensò ad una fiction, interamente prodotta in loco e che si caratterizzasse per affrontare alcuni temi sociali. Al centro della soap le storie che ruotano intorno alle famiglie che vivono in un bel palazzo (in realtà è Villa Volpicelli), affacciato sul mare sulla collina partenopea di Posillipo, di fronte al Vesuvio.

La fiction pone le sue basi sul genere americano alla “Beautiful”, per capirci, con risvolti e sapori, però, tutti italiani.  Un miscela che nel 1996 aveva tutto il sapore di una scommessa, vinta con risultati ottimi per un genere fatto tutto a casa. Lo share ha premiato e ha anche offerto alla produzione motivi per essere lusingati. Gli ascolti negli anni sono cresciuti con punte ragguardevoli anche nel nordicissimo Veneto. Per essere una soap tutta partenopea questo è motivo di vanto. E da qualche anno, poi, “Il Posto” si è arricchito di una versione estiva: “Un posto al sole estate”.

Impossibile raccontare la trama, o meglio le trame, che da anni si intrecciano nelle stanze di Palazzo Palladini. Così come difficile tenere il conto degli attori, alcuni cresciti o invecchiati negli anni. Accanto ad alcuni volti noti, presenti fin dalle prime puntate (Patrizio Rispo, alias il portiere Raffaele, Alberto Rossi, ovvero il giornalista d’assalto Michele Saviani, Riccardo Polizzy Carbonelli, ovvero Riccardo Ferri spregiudicato imprenditore partenopeo) hanno fatto la loro comparsa personaggi famosi come Catherine Spaak, Carlo Lucarelli, Barbara Bouchet, Dario Vergassola, Heather Parisi, Pupo, Brigitte Nielsen e Mario Merola.

Storie rosa, intrighi amorosi, colpi bassi, figli contesi, spariti, ritrovati e poi persi nuovamente. Morti presunti che riappaiono all’improvviso, matrimoni celebrati, sfumati all’ultimo momento con rocambolesca fuga della sposa in moto. Tentativi di omicidio da parte di una moglie tradita, fortune guadagnate all’improvviso e altrettanto improvvisamente sparite. Tutto questo, certo, ma anche temi sociali. Ed è questo che rende “Un posto al sole” diverso nal panorama della fiction tradizionali.

Si parla di droga, alcolismo, camorra, ambiente. Di ragazze madri, di adozioni, di famiglie allargate, di fede. Certo, lo si fa con i toni lievi di una soap, ma il segnale resta. Sarà perché è girata in una città “difficile” come Napoli sarà perché nelle altra soap temi del genere non sono nemmeno sfiorati. Le critiche non mancano, per una sceneggiatura che spesso manca di originalità, ma questo non conta quando sono ancora moltissimi quelli che non resistono al fascino di Palazzo Palladini e del bar Vulcano.