Marò, Terzi si dimette: deputati increduli in aula (video)

Pubblicato il 27 Marzo 2013 - 14:55| Aggiornato il 18 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Quando Giulio Terzi ha annunciato le sue dimissioni nell’Aula della Camera è calato il silenzio. Stupore perchè quelle di Terzi sono dimissioni date in disaccordo col governo Monti per la decisione di rimandare in Indiia i marò Salvatore Girone e Massimilano Latorre. Sono dimissioni inattese al termine di un discorso che fino a pochi minuti prima sembrava un’informativa come tante altre. E pensare che Monti e Terzi si erano incontrati poco prima per decidere cosa dire alla Camera. Tutto da copione insomma. E invece no perchè Terzi dopo l’incontro con Monti ha cambiato idea, ha abbandonato la nave-governo ormai alla deriva.

Scrive Maurizio Caprara per il Corriere della Sera:

Verso la fine del suo intervento alla Camera, Terzi è uscito dalla rotta concordata a Palazzo Chigi. Virata sull’annuncio di dimissioni. Coloro che conoscevano il testo preparato sono sobbalzati sulle sedie guardando il ministro degli Esteri nella diretta televisiva.

Di Paola, che gli stava a fianco, è apparso come un uomo messo sotto a un treno. Non è facile ricordare nell’aula della Camera ministri con visi altrettanto doloranti che non fossero stati accusati di malversazioni. «Emotivamente lacerante», è la descrizione che l’ex ammiraglio Di Paola ha dato del suo stato d’animo. Sembrava una diagnosi, non una espressione retorica. Militare per decenni, apprendeva che il collega diplomatico si ergeva al suo posto a duro tutore delle forze armate. «Un uomo delle istituzioni e grande servitore dello Stato», è stata la definizione di Terzi data dopo le dimissioni dal capogruppo del Pdl Renato Brunetta.

“Ho preso atto con stupore della dichiarazione del Ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata resa alla Camera dei Deputati nella quale ha annunciato le sue dimissioni. Parole e dimissioni non condivise”. Aveva reagito a caldo Mario Monti, affidando ad una nota tutto il suo stupore per la decisione di Terzi dopo il caso marò.