TEL AVIV – “I nostri stadi si sono trasformati in campi di combattimento, l’incolumità pubblica è in pericolo”. Con queste parole il presidente dell’Associazione Calcio Israeliana Avi Luzon ha annunciato la sospensione dei campionati di serie A e B del Paese a causa dei ripetuti episodi di violenza in campo.
Ad accendere la miccia è stato il furibondo finale, trasmesso venerdì 20 aprile in diretta televisiva, fra le squadre del Hapoel Ramat Gan e quella mista arabo-ebraica del Hapoel Bnei Lod.
Tra i giocatori delle due squadre che si apprestavano a tornare negli spogliatoi si è scatenata una rissa che ha coinvolto quasi tutti gli atleti e uno degli allenatori. Ben in 18, sono finiti al commissariato di polizia che dopo gli interrogatori ha deciso di imporre addirittura gli arresti domiciliari per ben 11 di questi.