ROMA – Apice città fantasma: tutto è fermo al 1962. Si tratta di un paese in provincia di Benevento, che in seguito a due terremoti (1962 e 1980), è stato abbandonato dai suoi abitanti. Dopo il primo sisma ne venne ordinata “l’immediata evacuazione” e il centro urbano fu ricostruito a pochi chilometri di distanza. Gli abitanti, circa 6mila persone, lasciarono le loro case e si stabilirono ad Apice Nuova. Ciò che resta ancora oggi è una sorta di Pompei moderna, in cui ancora sono visibili case, negozi e chiese diroccate. Come scrive Antonio Crispino sul Corriere della sera:
“Tutto è rimasto com’era. Le insegne dei negozi, l’illuminazione pubblica, le strade ciottolate, le chiese, la scuola. C’è il negozio di alimentari con la tabella disegnata a mano (…). Nei cortili dei palazzi sono ancora parcheggiate le auto, oggi d’epoca. Alcune schiacciate dal crollo dei tramezzi. In quelli che erano il corso o la piazza principale si procede in un silenzio surreale. Alle finestre penzolano le tende, sui balconi ancora i vasi coi fiori. Tra le macerie si entra nelle case, quasi tutte con un massimo di due piani. Ambienti per lo più rurali ma ci sono anche palazzi gentilizi”. E poi ancora
“In tutte le abitazioni c’è la testimonianza di usi e costumi del passato recente. Molti abiti pendono nei guardaroba, le tipiche cucine in muratura, gli elettrodomestici e i mobili degli anni ’60. Si scoprono istantanee di una vita interrotta, cartoline in bianco e nero che riprendono vita ogni volta che qualcuno entra, tocca, legge, respira. Perché il via vai di persone che vengono qui a curiosare è rilevante”. Di seguito un video in cui sono visibili immagini di Apice Vecchia.