Referendum: Berlusconi annuncia che non andrà a votare. Soddisfazione della Lega, critiche dal Pd. Mentre Fini dichiara: mi recherò alle urne, convintamente

Virginia Di Marco*
Pubblicato il 9 Giugno 2009 - 19:03 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi ci ha ripensato: il prossimo 21 giugno non andrà a votare per il referendum abrogativo dell’attuale legge elettorale (il sistema cosiddetto “porcellum”). La dichiarazione è arrivata con una nota ufficiale di palazzo Chigi, e ha già sollevato un polverone.

«La riforma della legge elettorale – si legge nel documento – deve essere conseguente alle da tutti auspicate riforme del bicameralismo perfetto e, pertanto, non appare oggi opportuno un sostegno diretto al referendum del 21 giugno».

Una spiegazione che non convince tutti, soprattutto per la tempistica “sospetta”. In molti ritengono che dietro questo repentino dietrofront del premier ci sia la constatazione del successo elettorale della Lega Nord. Che, lo ricordiamo, vede il referendum come fumo negli occhi.

«Com’era prevedibile – dice Angela Finocchiaro, capogruppo dei democratici al Senato – ci troviamo di fronte ai primi risultati delle europee e delle amministrative che hanno sancito uno stop al delirio di onnipotenza del premier e visto una netta affermazione della Lega. Il
nuovo corso è già cominciato: tra ieri sera e stamattina il leader del Pdl ha svenduto il referendum in cambio del sostegno ai suoi candidati nei ballottaggi del 21 giugno».

Che tra l’annuncio del cavaliere e il supporto leghista ai candidati Pdl per la seconda tornata elettorale ci sia una connessione appare chiaro anche dalle parole di Roberto Cota, presidente alla Camera della Lega. «La Lega mantiene i suoi impegni e garantisce l’appoggio ai candidati comuni del Pdl nei pochi ballottaggi che rimangono. Quanto al referendum, il presidente del Consiglio ha detto che non farà campagna elettorale. Noi siamo soddisfatti, perché è evidente a tutti che questo referendum è una fregatura per i cittadini».

Non la pensa così Gianfranco Fini, presidente della Camera, che ha dichiarato: «Io vado a votare, e lo faccio convintamente». Di più: «Auspico che partecipino tutti gli italiani». Ancora una volta, Fini si ritaglia un ruolo controcorrente rispetto a Berlusconi. Eppure, stavolta non è il solo. Italo Bocchino, un fedelissimo al presidente del Consiglio, ha detto: «Io andrò a votare e voterò sì». E aggiunge: «Non c’è stata nessuna indicazione di partito, c’è libertà di scelta».

*(Scuola Superiore di Giornalismo Luiss)